Paolo Gentiloni
L’intervista a Paolo Gentiloni, Commissario agli affari economici e monetari della UE e ripresa anche nel nuovo libro di Paolo Valentino, ha creato non pochi problemi se non “veri drammi” sia nel PD che nel M5S, in quanto, tra le righe, emerge la fatidica dichiarazione che offusca il ruolo dell’allora Premier Giuseppe Conte nell’ottenimento dei 200 miliardi euro dovuta non a suoi meriti personali o ad un negoziato diretto e personale, ma da un calcolo tecnico effettuato con l’uso di un algoritmo.
Lo scontento manifestato pertanto non tocca solo il M5S ma anche coloro che nel Pd ritengono prioritario il rapporto con Conte, e non a caso riguarda i “fedelissimi” della Segretaria del partito, Elly Schlein.
In effetti alcuni ritengono che tale affermazione sia stata ben studiata da Gentiloni per “ferire” l’immagine di Conte e il suo rapporto con il Pd e la Schlein, invitandola indirettamente a non diventare “succube” del pensiero e della strategia del M5S.
Ora, in prossimità delle “elezioni europee”, 8 – 9 giugno p.v., Paolo Gentiloni ha ben poche possibilità, se non nessuna, che gli venga rinnovata la carica di Commissario, per cui molti del PD, i riformisti, lo vedrebbero volentieri quale “presidente” e guida del partito stesso.
Su tale ipotesi non mancano certo le “chiacchiere” su cosa mai farà Gentiloni al suo rientro in patria, visto che da parte sua non ci sono specifiche “dichiarazioni” salvo la battuta fatta in una recente intervista: “Non andrò mai in pensione“. (peccato!).
La Segretaria Elly Schlein , come sempre alla ricerca di visibilità e dell’ultima parola ha sottolineato: “Con Gentiloni ci sentiamo sempre, lui va sempre ringraziato. Darà sempre un contributo alla politica estera ed italiana, il Pd sarà sempre casa sua”.

A cura di Pier Luigi Cignoli editorialista – Foto Imagoeconomica
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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