Rino Saverio Barillari, nato a Limbadi l’8 febbraio 1945 è un noto fotografo che si è specializzato nell’immortalare personaggi famosi in pubblico e anche in privato, tanto che è stato soprannominato “il re dei paparazzi”.
Breve storia: Inizia il suo “operato” aiutando lo zio che proiettava film nelle arene. All’età di 14 anni scappa di casa e va a Roma con un amico. Trova lavoro aiutando gli “scattini” presso la Fontana di Trevi. Compra la sua prima macchina fotografica, una Comet Bencini e vende i negativi delle foto scattate di giorno a diverse agenzie giornalistiche.
Incominciando giovanissimo, ha fotografato molti personaggi della “Dolce Vita” a cavallo tra il 1959 e 1960: Liz Taylor, Ingrid Bergman, Jacqueline Kennedy, Barbara Streisand, Brigitte Bardot. Ava Gardner, Silvana Panpanini, Virna Lisi, Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Marlon Brando, Vittorio Gassmann, Anna Magnani, Alberto Sordi, Aldo Fabrizi, i Beatles, Robert De Niro, Sylvester Stallone, Al Pacino, Francis Ford Coppola, Michael Jackson, Demi Moore, Angelina Jolie, Elton John, Matt Damon, Madonna, Maradona e lady Gaga.
Una rissa con Peter O’Toole in Via Veneto gli porta nel 1963 la notorietà: l’attore gli spacca un orecchio e il padre del giovane Barillari sporge denuncia perché minorenne. Dopo tre anni, il divo e il re dei paparazzi chiudono il contenzioso con il primo che paga al secondo un milione di lire come risarcimento., una piccola fortuna per lui, briciole per l’attore!
Negli anni successivi, intento a paparazzare personaggi come Frank Sinatra sempre il Via Veneto al Café de Paris, Charles Aznavour in Via Condotti, l’astronauta americano Buzz Aldrin alla “Cabala” – Osteria dell’Orso, il marito di Brigitte Bardot Gunter Sachs von Opel presso Villa Pavesi a Genzano, Alfredo Bini con la top model Daniela Juan presso “Papè Satan” in via Tacito, Mickey Hargitay con la top Model Vatussa Vitta, Sonia Romanoff, Franco Nero a Fontana di Trevi, Elizabeth Taylor alla “Cabala”, Barbara Streisand in via dei Condotti, Claudia Schiffer “dal Bolognese”, Sylvester Stallone con la fidanzata Jennifer Flavin al ristorante “Alfredo all’Agusteo”, Mario d’Urso e Margaret d’Inghilterra al “Jackie’O”, Bruce Willis ai “Due Ladroni”” in piazza Nicosia, viene strattonato e a volte picchiato dalle “guardie del corpo”, ovviamente data la costante violazione della privacy delle persone fotografate senza il loro consenso!
Dagli anni 60 in poi Barillari si occupa di cinema, degli “anni di piombo” e di vari episodi di cronaca nera lavorando per “Il Tempo” e successivamente per “Il Messaggero”.
È stato nominato docente “honoris causa” in fotografia presso la Xi’an International University nell’ottobre 2011. Il 24 luglio 2012 riceve la lettera di incarico da Huang Teng rettore della Xi’an International University.
Trascorre la notte del 18 agosto 1966 presso il locale La Bussola di Viareggio dove si esibiscono Charles Aznavour e Amalia Rodrigues. All’alba del giorno successivo nei pressi di Altopascio, rimane seriamente ferito in un incidente stradale; sono con lui altre due persone, tra cui il cantante Roby Ferrante, che perde la vita.
In più di cinquant’anni di carriera come fotografo d’assalto, Barillari ha affrontato 162 visite al pronto soccorso, 11 costole rotte, 1 coltellata, 76 macchine fotografiche fracassate, 40 flash divelti e numerose manganellate durante vari tumulti di piazza ed è rimasto coinvolto in diverse sparatorie (in casi di terrorismo, rapine, rapimenti e altri fatti di cronaca nera). 
Nel maggio 2024 è stato picchiato da Gerard Depardieu, in quanto ha violato la sua privacy.
Due proverbi che gli si addicono: “il lupo perde il pelo ma non il vizio” – “tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”.
Forse se con un poco di educazione e di stile avesse chiesto la possibilità di scattare due foto, sapendo bene che il Signor Depardieu è una persona non tollerante, tale fatto non sarebbe accaduto o forse voleva proprio che accadesse! La visibilità a volte costa cara.
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto Imagoeconomica
Editorialista Pier Luigi Cignoli

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