Per numerose civiltà del passato il solstizio d’estate rappresentava un momento magico, carico di significati spirituali. L’abbondante soleggiamento veniva interpretato come un dono celeste e un segno benevolo, da venerare e festeggiare. Non a caso gli antichi Greci e le popolazioni precolombiane celebravano questa ricorrenza con dei riti legati al culto solare, che riflettevano la convinzione che una nuova fase della vita fosse in procinto di partire. I Romani dedicavano entrambi i solstizi a Giano, una delle divinità più importanti del loro pantheon, ritenuto il custode degli inizi e di ogni forma di passaggio (ad esempio da un ciclo naturale a un altro). È invece risaputo che i Celti avessero l’abitudine di accendere un falò il primo giorno d’estate, ritenendo che questo gesto trasmettesse forza al Sole. Nella Cina antica il solstizio d’estate era infine l’occasione per omaggiare lo Yang, l’energia positiva che secondo la tradizione raggiunge il proprio picco durante la stagione estiva.

Il mistero di Stonehenge
Quando si parla del solstizio è impossibile non pensare subito a Stonehenge, l’enigmatico complesso neolitico che si trova nel Wiltshire, in Gran Bretagna. Nonostante i tanti interrogativi che avvolgono ancora oggi la struttura, è ipotesi condivisa che il circolo di grosse rocce, conosciute come megaliti, funzionasse un tempo da osservatorio astronomico. A dimostrarlo ci sarebbe il fatto che l’asse di Stonehenge è in linea con la posizione del Sole durante il solstizio d’estate, quando un fascio di luce attraversa il portale di pietra e va a posarsi sull’altare al centro del sito. In epoca moderna il fascino e il mistero di Stonehenge hanno contribuito a renderlo una rinomata meta di pellegrinaggio per i seguaci del celtismo e di altre religioni neopagane, che in occasione dei solstizi rievocano rituali primitivi, in un mix folclore, stravaganza e magia.

Solstizio d’estate e tradizioni odierne
Nel corso dei secoli, il cristianesimo ha assorbito molti riti legati al solstizio, arricchendoli di nuovi significati. Famosa è ad esempio la festa di San Giovanni (24 giugno), un solennità religiosa diffusa soprattutto in Italia e Spagna, che prevede l’accensione di grandi falò notturni, sulla scia degli antichi culti solstiziali in onore di fuoco e luce.
Sempre a San Giovanni, in Lettonia si celebra la festa nazionale nota con il nome di Jani, caratterizzata da fuochi all’aperto, danze e bagni nei laghi. In Finlandia, il solstizio (detto Juhannus) è considerato un momento propizio per trovare l’anima gemella, tanto che varie coppie scelgono questa data per sposarsi, con annessi riti rievocativi, tra cui falò e saune di mezzanotte.

A cura di Elena Giulianelli – Foto Paolo Senni

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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