Sono trascorsi 26 anni dalla pubblicazione nel 1994 dell’album di Giorgio Gaber “ E pensare che c’era il pensiero”, che conteneva il pezzo “Destra- Sinistra”, la canzone voleva mettere in risalto le presunte differenze politiche tra destra e sinistra, delle quali e’ un’ironica critica.

Tutta la canzone insiste su pacifici luoghi comuni, e non sulle differenze di tipo ideale, e’ lo stesso Gaber a ricordare che le differenze tra destra e sinistra fossero impercettibili. Analisi fine di un grande artista, che avrebbe sicuramente “aggiornato” ai giorni nostri un mondo peggiorato, e ne avrebbe magistralmente interpretato il mutamento.

Venendo all’oggi, in questa liquidita’ del vivere politico, aggravata ora, e resa ancora piu’ confusa dagli accadimenti del Covid-19, non possiamo che constatare spesso l’esistenza di schieramenti che assomigliano sempre piu’a contenitori di gruppi di interesse tra i piu’ disparati. E allora partiamo con la mente a capire come sono messe le regioni italiane, e chi le governa, e come. Le regioni amministrate dai sovranisti sono impegnate in una guerra senza quartiere ai simboli “avversari”: governatori, sindaci e consiglieri comunali fanno a gara nel riabilitare il fascismo, togliere gli striscioni per Regeni.

D’altronde, quando un esercito conquista la roccaforte del nemico, per prima cosa toglie la bandiera degli sconfitti per issare la propria: e’ il gesto simbolico per eccellenza, e’ un modo per chiarire subito e in modo inequivocabile chi comanda.
E’quello che hanno fatto nell’ultimo anno e mezzo gli amministratori locali della Lega di Matteo Salvini e di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Non si sono accontentati dei risultati elettorali, ma hanno dato vita a una guerra diffusa contro i simboli e le bandiere degli avversari, dei “nemici politici”.

Sale di comuni negate a libri, o a dibattiti “scomodi”, patrocini tolti agli eventi del mondo Lgbt, striscioni di campagne di sensibilizzazione strappati via, luoghi della cultura vietati ad artisti non allineati alle idee dei nuovi potenti, limiti burocratici alla liberta’ di culto.
In soli 2 anni il centrodestra a trazione leghista e’ passato dal governare tre sole regioni (Liguria, Lombardia Veneto) a guidarne 12.

L’Emilia –Romagna mantiene il suo colore rosso, inespugnata roccaforte della sinistra, anche se, va detto, la Lega, appoggiata dalla sua coalizione di centrodestra, ha realizzato un risultato di notevole crescita rispetto alle ultime elezioni regionali.
Nonostante il rinvio in molte regioni delle tornate elettorali, dovuto all’emergenza coronavirus, i partiti della sinistra stanno scaldando i motori, e l’agire politico, assicurano, non potra’ prescindere dal dialogo, e dall’ascolto dei cittadini con un attenzione particolare ai giovani, ai temi del lavoro, e della salvaguardia dell’ambiente.

E allora la domanda mi viene spontanea: dov’e’ la destra , dov’e’ lasinistra?
Probabilmente, mi verrebbe da dire che al di la’ della destra e della sinistra, mi parrebbe giunto il momento per ripensare la politica in un
contesto nuovo,dove le barriere tra biologico, politico e sociale sonocrollate. Se gli scienziati hanno ragione, siamo entrati in un nuovo mondo nel quale l’autoregolazione degli ecosistemi e’ saltata, il che vuol dire che altre epidemie saranno possibili in futuro, e il potere politico si fara’ “biopotere” e gestira’ la nostra vita.

Se questa e’ la tendenza, occorrera’ elaborare con urgenza un nuovo progetto di societa’ libera, e di tutela dei suoi settori piu’ deboli, ripensando anche le modalita’ della discussione, dell’organizzazione, e dell’azione politica.
Come dire? Non e’ piu’ tempo di malinconia, ma di azione. La malinconia spesso e’ stata uno degli elementi costitutivi della struttura dei sentimenti della sinistra, in particolare di una generazione che ha vissuto un altro ciclo storico e altre esperienze.
Ora servirebbe l’azione, e in un paese come l’Italia, dove il tessuto associativo e’ forte , possono nascere forme nuove di rappresentanza politica.

E’ un processo tortuoso, contraddittorio, ma e’ l’unico modo, forse, per far convergere energie, esperienze, idee nuove che potranno far rinascere la sinistra dopo l’emergenza sanitaria, in un paesaggio profondamente mutato.

A cura di Sandra Vezzani editorialista – Foto Ansa

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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