Tennis e non solo! Il tennis è uno sport, che permette di ripetere in modo semplice e poco mascherato molte situazioni vissute fin dalla più tenera infanzia, durante tutto il processo di crescita che porta da bambini a diventare adulti.
E’ questo, perchè il tennis non e’ solo un “gioco…di palla”, non è solo una palla che viene e che va, che implica la presenza di un altro con cui giocare, che viene lanciata lontana man mano che da bambini si diventa grandi: sempre più lontano, sempre meno maldestri e più controllati, mirati a un obiettivo. E’ uno sport che ci mette in diretto feed-back con la nostra aggressività, intesa come spinta pulsionale neutra, quindi nè buona, nè cattiva, in una parola mira alla sopravvivenza, e all’affermazione di sè stessi.

E’ uno sport aggressivo, in cui ciò che conta veramente è vincere: non esiste possibilità di pareggio, e giocare bene non basta, dal momento che il valore personale non è oggettivo, ma basato sulla capacità di imporsi, di superare, di sopraffare l’avversario. Giocare a tennis, in qualche modo, permette di rivivere, con personaggi e scenari diversi, tentativi di controllo motorio, di relazione con l’altro, di auto affermazione a scapito dell’altro, che hanno caratterizzato la propria crescita. Io oserei dire che e’ come se si andassero a rimuovere, e a ripetere le difficoltà incontrate, quelle che si sono manifestate attraverso problematiche specifiche, che hanno condizionato in modo più o meno grave il raggiungimento dell’obiettivo che
ognuno, a qualsiasi livello, si e’ prefisso. Vale a dire la vittoria! E allora, concedetemelo, io che , da piccola, negli anni ’50, ho avuto la fortuna di abitare a pochi metri da uno dei circoli tennis più rinomati in Romagna, Club Atletico T. Gaudenzi di Faenza sezione tennis, porto nel cuore momenti indimenticabili che non riguardano solo il gioco, ma anche la mia formazione personale, in una parola tutto ciò che, attraverso lo sport, ha a che fare con il proprio sviluppo personale e la propria identità.

E allora vorrei parlarvi di come è nato questo circolo, e di come è arrivato fino ai nostri giorni, giorni difficili, in questa primavera 2021, ancora sotto effetto pandemia, eppure con la resistenza che e’ parte di tutto cio’ che ha un valore, una storia, che tiene conto delle persone, che sono insieme i “maestri” e i “ modelli”, che ne custodiscono la memoria, anche quella di un passato glorioso.

A Faenza, nelle sere dell’estate 1917, durante la prima guerra mondiale, alcuni ufficiali inglesi di un contingente di truppe alleate si ritrovarono nei pressi della Chiesa di San Savino, su un campo in terra battuta, per giocare a tennis.
Questo sport, mai visto nella cittadina romagnola, suscito’ la curiosità della gente, e fra i curiosi, c’era pure un ragazzino di nome Teo Gaudenzi che, dieci anni dopo, nel 1927 fondo’ il Club Atletico Faenza sezione tennis, assieme a Leo Massari, Giulio Melandri e Giuseppe Polverigiani.

Fra i protagonisti degli albori del tennis faentino vi fu anche il mio caro maestro, Lassalle Errani, di cui ricordo ancora la grande disciplina, che dopo la seconda guerra mondiale ne diventa l’allenatore, contribuendo assieme a Teo Gaudenzi alla crescita tecnica e sociale del club.

Negli anni 1959 brilla il giovane Stefano Gaudenzi, che vince il titolo italiano juniores nel singolo, nel doppio e nel doppio misto. Verso la fine degli anni sessanta dal Club Atletico Faenza Tennis emerge Raimondo Riccibitti, negli anni settanta e’ la volta di Gianluca Rinaldini, della faentina Stefania Cicognani e di Raffaella Reggi, che nel 1979 vince il titolo italiano femminile under 14 nel singolo e nel doppio, e nel 1982 diventa la numero uno in Italia.
Alla fine degli anni ‘80, partendo dal circolo faentino e’ la volta di Flora Perfetti, che nel 1991 si aggiudica il titolo italiano assoluto di serie B.

Nel 1992 si impone nel torneo Brindisi, e nel 1995 raggiunge il sesto posto nelle classifiche italiane, e il
settantesimo in quelle mondiali. Potrei continuare con la storia, ma credo che una delle ricchezze di questo Club Tennis di Faenza sia stata anche, in questi ultimi anni, la resistenza e la capacita’ di reinventarsi con l’entusiasmo, e la
lungimiranza di dar vita a nuovi progetti.

E allora non mi resta che farvi arrivare la voce di due persone: Enrico Casadei (Resp.le settore agonistico insieme a Marco Poggi) e Flora Perfetti (ex campionessa, attualmente Resp.le del settore preagonistico femminile) che più di altri mi hanno ispirato a consegnarvi questa suggestione : vale a dire, di uno sport che non e’ solo una semplice pallina che va e viene in un campo, ma che e’ soprattutto “un gioco interiore”, di crescita, di rafforzamento dell’autostima, di allenamento costante, di sfide sempre nuove e importanti, per resistere ai cambiamenti e “allenarsi attraverso lo sport, alla vita.

A cura di Sandra Vezzani – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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