Umberto Veronesi è morto. Il famoso oncologo, luminare della medicina italiana, si è spento all’età di 90 anni. Veronesi, nato a Milano il 28 novembre novembre 1925, è stato un politico italiano ma soprattutto un oncologo di fama internazionale. Fondatore e Presidente della fondazione Umberto Veronesi, ha anche ricoperto il ruolo di direttore scientifico emerito dell’Istituto Europeo di Oncologia e dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano dal 1976 al 1994.

Veronesi ha rivestito anche il ruolo di Ministro della Sanità dal 2000 al 2001 e per tutta la sua vita si è occupato della prevenzione e cura del cancro, soprattutto del carcinoma mammario che colpisce il seno delle donne. Autorità della scienza e della medicina come questi, lasciano il segno nelle vite di milioni di persone.

Medici come Veronesi hanno messo le proprie conoscenze al servizio della medicina. Lui, a proposito del cancro al seno, aveva capito che una sana dieta, abbinata a cicli di radioterapia, poteva portare gli stessi giovamenti di una mastectomia, ma con un impatto psicosessuale ed estetico migliore. Il famoso oncologo non mangiava carne e seguiva una dieta vegetariana e ha sempre sostenuto che assumere troppa carne rossa poteva portare ad un indebolimento delle cellule e al cancro. Sosteneva anche che il digiuno portava a un ringiovanimento delle cellule. Veronesi ha avuto una lunga vita e di persone ne deve aver conosciute davvero tante.

Quello che mi ha sempre colpito di quest’uomo è stata la sua pacatezza nel parlare e spiegare le cose, simile a quei medici di un tempo che sapevano il fatto loro ma che, nonostante questo, non si ponevano, mai, in maniera altezzosa nei confronti dei pazienti, anzi. Umberto Veronesi era così, semplice e colto allo stesso tempo, garbato e curioso per tutto quello che aveva attorno. Personaggi del suo calibro sono unici e inimitabili ed è per questo che ci mancherà davvero tanto per tutto quello che era e che ha fatto per gli ammalati e le persone bisognose.

Addio Dottore, non ti dimenticheremo mai.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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