Romanian tennis player Ilie Nastase during the 1972 Wimbledon Championships in London, UK, July 1972. (Photo by Evening Standard/Hulton Archive/Getty Images)

9 giugno 2024

Scegliere il primo cittadino non è come manifestare una preferenza tra una pizza alle verdure con impasto al farro e una quattro stagioni senza mozzarella, la scelta è molto più difficile.

Devi concentrarti sull’uomo che sarà chiamato a rappresentarti e per far questo è necessario conoscerlo in maniera approfondita. Per prima cosa, indago su che rapporto ha con il mondo animale in generale, quindi non solo cani e gatti con pedigree, acquistati ad un prezzo tremendamente alto, ma soprattutto per tutti quelli che sopravvivono grazie a donazioni e cure di volontari dal cuore d’oro, siano essi gatti, cani, ma anche ricci, da sempre amici dei giardinieri, piccioni, che ricordo a chi non lo sapesse, sono stati anche protagonisti di interventi eroici durante la Grande guerra, cornacchie, le quali sono coscienti delle esperienze sensoriali vissute e le sanno comunicare: una capacità osservata finora solo in esseri umani e macachi, etc. etc.

Poi guardo come si presenta in pubblico e che abbigliamento predilige, sportivo ma elegante o tremendamente classico; se si sposta a piedi, in bicicletta e con mezzi pubblici piuttosto che con l’auto fuoriserie; qual è il tipo di alimentazione che ha sposato e se segue un programma d’allenamento fisico; se è un vero tifoso di calcio, quindi del Cesena FC, e di ogni altro sport che coinvolge, anche se marginalmente, la terra di Romagna; se ha un identità sessuale gender fluid, che non vuole essere etichettata in nessun schema sessuale, o se, più banalmente, è etero, bisessuale o transessuale; se ama la musica, il cinema, il teatro e le buone letture o se si ciba in maniera onnivora di serie tv e giochi da console; se legge solo i quotidiani che contengono l’inserto locale o se si informa anche attraverso testate online indipendenti; se a fine pasto, sia esso colazione, pranzo o cena, agevola il lavoro del barista/cameriere portando al bancone tazza, piattino e cucchiaino o impila i piatti dopo il caffè e l’amaro; se si nasconde dietro la maschera dell’ipocrisia o se toglie la maschera dal volto dimostrando ilcoraggio di affrontare la realtà; se vive in una villa con ampio giardino, piscina e solarium, in zona residenziale video controllata o se abita tra la gente comune, appartamento in condominio, in un quartiere limitrofo al centro, quest’ultimo facilmente raggiungibile in autobus o con un mezzo a pedali; se effettua con scrupolosa serietà la raccolta differenziata, rifiuto per rifiuto.

Insomma, il mio “candidato Sindaco” deve essere differente, da quelli che sembrano fatti con lo stampino. Vorrei vederlo in famiglia, conoscere i suoi nonni, se ancora in vita, o nel caso si siano già fusi con l’infinito, conoscere la loro storia perché, come sosteneva John Steinbeck, se i giovani sono le frecce, i vecchi sono l’arco. Ora volevo chiedere a voi, che avete letto così pazientemente questo mio sgangherato decalogo su come dovrebbe essere il mio candidato Sindaco, se siete disposti a chiedere a voi stessi quale sia l’identikit del vostro Sindaco ideale.

Nel caso la proposta vi attiri, fatelo scrivendo alla redazione de “IL POPOLANO”, all’indirizzo mail: [email protected] inserendo il proprio nome e la città dalla quale state scrivendo.

Vi saluto ricordando una frase del grande tennista Ilie Năstase, che trovo molto appropriata:Non esiste una facoltà universitaria per diventare sindaco. Conta l’esperienza di vita.

A cura di Marco Benazzi editorialista – Foto Getty Images 

Editorialista Benazzi Marco

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