Lo scorso weekend si sono tenute le elezioni in molti comuni Italiani.
Tra proclami e contro-proclami, disordini e complicazioni, una e una sola cosa è chiara: tutti hanno vinto.
Purtroppo questo succede in Italia dove la politica è scadente, troppo spesso corrotta e capace di pensare solo alle tasche di chi la fa, incurante delle necessità dei cittadini.
Quindi perché considerarsi sconfitti?
In Italia non esiste questo culto, manca nello sport, figurarsi se c’è in politica che dovrebbe essere ben più importante e seguita.
E allora succede che la destra canta trionfante, visto che ha scippato alle forze oppositrici diversi comuni.
La sinistra è contenta perché, a suo dire, si è difesa bene; i 5 stelle non riconoscono di aver stra perso, affermando che torneranno e che sottovalutarli è un errore.
Nessuno mai in Italia dice ho perso, bene, mi levo dalle scatole; nemmeno Renzi che aveva giurato le dimissioni da Presidente del Consiglio in caso le elezioni nazionali non fossero andate bene.
La promessa è stata mantenuta, si, ma solo di facciata, dato che l’ex Premier continua come uno scacchiere molto abile a manovrare sottotraccia le sue pedine.
La verità però urla altro: ossia che alle urne si sono presentati solo il 30% degli aventi diritto al voto, numero che può considerarsi in molti modi, ma non certo vittorioso.
Forse, giustamente, la gente ha preferito trascorrere il weekend in altro modo, piuttosto che votare per questi rappresentanti incapaci di ammettere di aver perso, perché la sconfitta di tutto il sistema politico italiano, c’è e fa male.
Tanto qual’è il problema?
In Italia sono sempre tutti vincitori
A cura di Giacomo Biondi