Ilaria Salis è uscita durante il mattino dal carcere di massima sicurezza di Gyorskocsi utca di Budapest dove era rinchiusa da oltre 15 mesi ed è stata trasferita al domicilio dove sconterà la misura cautelare degli arresti domiciliari in attesa della fine del suo processo.

Il 15 maggio una commissione di secondo grado del tribunale di Budapest ha accolto il ricorso presentato dai suo legali e le ha concesso la detenzione ai domiciliari con il braccialetto elettronico e dietro il pagamento di una cauzione di 40mila euro.  Dopo alcuni giorni di attesa il bonifico, partito la settimana scorsa dall’Italia, è arrivato e Ilaria Salis è uscita quindi oggi dal penitenziario. Domani è prevista la terza udienza del processo a suo carico, rischia dai 2 ai 24 anni di carcere.

Gli avvocati di Salis: “Governo si impegni per riportarla in Italia”

Siamo molto contenti, aspettiamo di  incontrare Ilaria e auspichiamo che al più presto le sia revocata ogni misura cautelare o quantomeno gli arresti domiciliari possa scontarli  in Italia”. Lo afferma all’Adnkronos l’avvocato Mauro Straini che, insieme al collega Eugenio Losco, è appena arrivato a Budapest nel  giorno in cui Ilaria Salis ha ottenuto, dopo 15 mesi, gli arresti  domiciliari. L’incontro tra i difensori italiani e l’insegnante finita in manette con l’accusa di aver aggredito alcune persone in una  manifestazione neonazista è atteso in giornata. “Presto presenteremo  la richiesta di trasferirla in Italia e speriamo che il nostro governo si impegni affinché ciò avvenga“.

Domani i Giuristi democratici a Budapest per assistere all’udienza

Una delegazione degli osservatori internazionali dell’ associazione ‘Giuristi democratici’ sarà presente anche questa volta e rileva che è la “terza tappa del processo, con molte novità medio tempore”. “Dal nostro punto di vista di osservatori – sottolineano in una nota – non possiamo che rilevare che la tattica del silenzio, auspicata da più parti tra la prima e la seconda udienza, si era rivelata errata. Lo dimostra il fatto che i domiciliari concessi dal riesame ad Ilaria sono stati preceduti da due accadimenti di estremo interesse. Il primo è di natura politica e vede la nota decisione di candidare l’imputata alle prossime elezioni europee da parte di AVS.  Alla chiusura della scorsa udienza si è palesata inoltre una risposta della magistratura italiana: la Corte di appello di Milano si è rifiutata di dare seguito alla richiesta di arresto europeo del coimputato Marchesi”.

“La semplice lettura dei motivi della decisione – rilevano i Giuristi democratici – evidenzia dati importanti: lo Stato italiano si rifiuta di mandare nel carcere di Budapest l’imputato Marchesi perché ‘l’esecuzione del mandato di arresto non può in alcun caso comportare la violazione di principi supremi dell’ordinamento costituzionale o dei diritti inalienabili della persona’. I rischi sono relativi alla possibile detenzione in sfregio al divieto di trattamenti inumani e degradanti sulla cui realtà milita l’esperienza subita da Ilaria, ma anche le plurime condanne della Cedu per casi di detenzione in vari istituti ungheresi e l’ultima relazione della Commissione per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa”.

“Il fattore di rischio ora visto non è tuttavia il solo. La Corte Milanese – prosegue la nota – fa espresso riferimento alla risoluzione 16.1.2024 del Parlamento europeo (2024/2512 RSP) che ha rinnovato la preoccupazione sul deterioramento dello stato di diritto e della situazione dei diritti fondamentali in Ungheria. Il ragionamento porta poi la Corte a rilevare una evidente mancanza del profilo di proporzionalità sia come forma di cautela nel  processo in corso (largamente soddisfabile con misura meno afflittiva) sia sotto il profilo di una imputazione per lesioni lievi  (reato, in Italia, da Giudice di Pace). In Ungheria il reato viene illecitamente potenziato con la previsione di un aggravante di lesioni potenzialmente mortali che è un non senso giuridico”, concludono i Giuristi democratici.

Il padre di Ilaria quando ha appreso la notizia dei domiciliari: “Passo importante ma rischia ancora”

A cura di Elisabetta Turci – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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