Maria Sole Ferrieri Caputi

Ombre, veleni e polemiche piovono regolarmente sulla categoria degli arbitri. Deboli, sinceramente, però reiterate.

A volte pretestuose o quantomeno esagerate. La verità è che questo campionato, innovativo per vari aspetti – condizionato fortemente dai Mondiali – conserva il vizio più antico che aleggia in qual si voglia sport: cercare un nemico nell’arbitro, anziché ammettere i propri limiti o, ancora più difficile, riconoscere i meriti degli avversari. Purtroppo, il più delle volte, le critiche fanno riferimento ai propri colori e non al fatto oggettivo da valutare. Di contro è altrettanto vero che la Var non sempre è affidabile e/o consultata dal direttore di gara.

La gol line segnala la rete ma non è convalidata; rigori fantasma o negati; assistenti a volte distratti; quarto ufficiale non sempre all’altezza del compito a lui assegnato. Insomma, comunque vada, la classe arbitrale è sempre nell’occhio del ciclone. Errori e polemiche regalano di frequente argomenti su cui discutere. Un esempio per tutti è quanto accaduto durante i minuti di recupero nell’incontro dell’andata Juventus-Salernitana, finito con un pareggio.

Durante i titoli di coda, come sappiamo, è successo di tutto con risse ed espulsioni. Come confermato dalle immagini riportate nel post partita, l’errore del direttore di gara, che non assegnò un gol per un presunto fuorigioco, fu grossolano. Tra l’altro gli addetti alla Var non lo rilevarono, oppure non lo hanno considerato nel tracciare le linee per l’offside. Mah!

A questo punto fare l’arbitro sembra essere diventata una vocazione poco affascinante, per non dire del tutto assente. Per diventare arbitro di calcio AIA-FIGC è necessario avere un‘età compresa tra quattordici e quaranta anni, seguire il corso di formazione, con durata media di due mesi a frequenza bisettimanale e superare l‘esame finale; inoltre è necessario essere idonei a svolgere un’attività agonistica certificata. Negli ultimi anni l’Associazione Italiana Arbitri ha visto restringersi la rosa dei direttori di gara e guardalinee. Infatti, in quattromila hanno abbandonato la categoria, di questi, cinquecento negli ultimi mesi.

Maria Sole Ferrieri Caputi, in una delle tante dichiarazioni rilasciate, ha riferito che il problema non è quasi mai i giocatori in campo, ma di chi sta fuori “l’insulto del tizio attaccato alla rete di un campetto con venti spettatori, lo senti e fa male”. Nei tornei inglesi gli arbitri impegnati nelle serie inferiori, per contrastare le aggressioni, sono stati muniti di bodycam. La decisione si è resa necessaria dopo che circa mille direttori di gara hanno comunicato di essere stati aggrediti verbalmente o fisicamente da spettatori, calciatori e/o dirigenti.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Imagoeconomica

Il Vice Direttore Ugo Vandelli

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