Come non subire il fascino di Dubai?
Come si puo’ restare indifferenti allo sfoggio di modernita’ di Dubai, citta’ ingioiellata nel suo involucro di abbondanza.
Normale percepire la gioia sui volti dei tanti occidentali che la visitano, mentre vagano tra negozi duty free pieni di dolci, trucchi, orologi ed altro.
Qui possono giocare, comprare, evadere le tasse e accumulare beni di lusso come mai prima.
A Dubai il Capitalismo regna sovrano , e sventola davanti agli occhi tutti i suoi status symbol: la capacita’ di fingere degli Emirati Arabi non ha limiti, che si tratti della modernita’ fittizia oppure del presunto valore dato all’arte o alla cultura, e diciamolo pure anche al mondo dello sport e nello specifico ora piu’ che mai al mondo del calcio.
Meno di due mesi all’inizio dei mondiali di calcio in Qatar, e gia’ ci sono fortissime ombre che pesano sul rispetto della sostenibilita’ dei diritti umani, a partire da quelli dei lavoratori che sono stati impiegati per la costruzione degli stadi e delle infrastrutture dedicate.
Come se non bastasse, ora il Qatar e’ finito nell’occhio del ciclone anche per l’eccessivo impatto sull’ambiente.
Visto l’interesse generato dal primo mondiale giocato a queste latitudini e in inverno, si prevede l’arrivo di oltre un milione di tifosi e appassionati tra novembre e dicembre.
Il Paese dispone solamente di 30 mila camere d’albergo, moltissimi tifosi dovranno soggiornare nel vicino emirato di Dubai, dove l’offerta e’decisamente superiore di quattro o cinque volte, e prontamente la Qatar Airways ha annusato il grande “business” e si prevede che verranno organizzati almeno 60 voli giornalieri da e per Dubai, scelta questa che mal si concilia con l’impegno iniziale di rendere l’evento “carbon neutral”.
Se in alcuni paesi, come l’Italia , l’interesse scema vista la mancanza della Nazionale di casa, pare che altrove si pensi addirittura a un boicottaggio totale della manifestazione.
Diverse citta’ francesi hanno deciso di non installare i maxischermi nelle proprie piazze per protesta contro la situazione dei diritti umani nello Stato medioorientale; stessa idea e’ venuta ad alcuni proprietari di locali in Belgio.
Stiamo vivendo immersi in una crisi energetica pazzesca, tutti ci stiamo chiedendo come fare a pagare le bollette di luce e gas, come possiamo a cuor leggero predisporci, sul nostro divano, nellenostre case , ad assistere a partite che si giocano in stadi climatizzati in mezzo al deserto?
I mondiali di calcio in Qatar stanno prendendo le sembianze di un bel pasticcio.
Gli Emirati Arabi Uniti, che pur hanno risentito degli effetti in positivo e in negativo innescati dall’invasione Russa in Ucraina, al netto della situazione odierna si puo’ dire che abbiano dato vita a tre effetti, il riposizionamento geopolitico, la tendenza ad anticipare le dinamiche del futuro, il connubio tra interessi commerciali e strategici.
Nell’era della pandemia e della guerra in Europa orientale gli emirati hanno dimostrato di sapersimuovere nel sistema con una buona dose di opportunismo, variando le alleanze ed espandendo la propria influenza sullo scacchiere internazionale.
Un mix di abilita’ logistica, disponibilita’ finanziaria e accentramento amministrativo.
Da tutto cio’ appare, senza se e senza ma, che Dubai non e’ certamente una citta’ che ci dice da dove veniamo.
E’ invece una citta’ che ci dice dove stiamo andando.
Qualcosa che non riguarda bellezze naturali, qualcosa che si erge potente a riformulare la piattezza di un paesaggio, e’ la brillantezza dei grattacieli che con le loro superfici levigate e splendenti sfidano la volta celeste.
Ma la brillantezza di Dubai, espressa verticalmente anche nei suoi grattaceli, non e’ non sara’ immune da polarita’ e da increspature.
Non e’ tutto oro quel che luccica: Dubai non puo’smettere di crescere, cosi’ come a Dubai quest’anno si terranno i Mondiali di calcio : ebbene”the show must go on”, lo show dovra’ avere inizio,ma soprattutto di show stiamo parlando , e allora persino non esserci appare meno doloroso.
E poi ricordiamoci sempre che neppure l’uomo senza persone a carico e’ un isola, e la”sopravvivenza solitaria non e’ e non e’ mai stata umanamente fattibile” neppure nel luogo brillante, nell’oasi dorata che emerge dalle sabbie del deserto!
A cura di Sandra Vezzani editorialista – Foto Lapresse