poligono

Quando lo stato si dimostra assente e non difende i suoi cittadini, i cittadini impugnano le armi e si fanno giustizia da soli. Succede sempre di più nel nord Italia e più precisamente a Treviso, in Veneto. Negli ultimi tempi sono salite alle stelle, le iscrizioni ai poligoni di tiro. Il Veneto come l’ America? Probabilmente sì, anche vedendo l’età e le estrazioni sociali delle persone che, ad un certo punto della loro vita, decidono di imbracciare le armi. Pensionati, liberi professionisti, studenti, politici e un numero sempre più crescente di donne sparano per sentirsi più forti e più sicuri. Le forze dell’ ordine non riescono ad arginare il fenomeno della criminalità e allora l’ unica soluzione è quella di diventare giudice e allo stesso tempo giustiziere di tutti i malfattori. Così come il benzinaio di Ponte di Nanto non ci ha pensato due volte e a sparato per difendere una commessa in difficoltà, così, allo stesso modo, altre persone non hanno vergogna di aprire il fuoco per difendere se stessi e gli altri. Magari non tutti quelli che possiedono un’ arma vanno in giro a sparare a destra o a manca, ma poterla tenere sotto il cuscino, li fa dormire, molto più serenamente. Fin dalla notte dei tempi, in questa regione, più che in tutte le altre, la popolazione ha dovuto far fronte ad un’ ondata di criminalità senza precedenti. Milioni di piccoli e grandi imprenditori, già strangolati dalla crisi, affrontano personaggi poco raccomandabili che non hanno nulla da perdere e per questo agiscono senza un minimo di timore e rimorso. Ci sono persone costrette a dormire nelle loro aziende per vigilare sulle loro proprietà. Ci sono persone che si sentono abbandonate dalle istituzioni, gridano aiuto ma nessuno le sente. Ci sono persone oneste che hanno lavorato una vita e che sono costrette a vivere nella paura. La nostra società non può diventare un far west, ma non è nemmeno giusto che nel 2015, la gente abbia una sfiducia tale nelle istituzioni, da arrivare a creare una giustizia fai da te. La paura e la disperazione porta alcuni ad aggredire e a derubare altri, ma la stessa paura e disperazione porta, sempre di più, le vittime a reagire nel peggiore dei modi, mettendosi così allo stesso livello dei criminali. La verità e che questo è un circolo vizioso, che fa male a tutti. Il boom di iscrizione ai poligoni di tiro in veneto è solo la reazione a una azione che lo stato non ha saputo annullare per tempo. Non dobbiamo stupirci o indignarci se la gente decide di premere il grilletto al posto degli organi di polizia. Quelli, invece, che dovrebbero farsi un bell’esame di coscienza, sono le istituzioni che oltre alle belle parole, dovrebbero scendere in campo e far vedere, realmente, quanto valgono. Fino a che lo stato non si metterà in discussione per risolvere, una volta per tutte, questa piaga, la gente continuerà a sparare e a uccidere per paura di essere uccisa a sua volta. La scia di sangue non finirà mai.

Foto: Fotolia

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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