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Il riscaldamento climatico, comprovato dall’aumentare delle temperature medie globali, dallo scioglimento dei ghiacci e dal conseguente innalzamento del livello dei mari, è dovuto principalmente alle emissioni di gas serra prodotti dall’uomo: e questa non è sicuramente una novità. Un tempo, i cambiamenti climatici erano regolati solo dai fattori naturali che agivano sul lungo periodo; ma ormai le attività umane hanno interferito sul clima al punto da modificarlo a livello planetario.

Tra la primavera che sembra non voler arrivare, piogge improvvise e torrenziali, nevicate, freddo intenso seguito da caldo afoso, il nostro organismo cerca di adattarsi ai mutamenti creati proprio dal genere umano, in un ambiente dal clima sempre più imprevedibile. Ecco quindi che si assiste ad un aumento notevole dei soggetti meteoropatici, termine utilizzato per indicare la correlazione esistente tra gli eventi atmosferici, quali ad esempio un improvviso innalzamento dell’umidità, e un disturbo psicofisico dell’uomo.

Intorno agli anni ’30 si è iniziato a studiare questo fenomeno e negli anni ’70 si è scoperto che il 10-15% della popolazione soffriva di disturbi legati alle variazioni climatiche, quali: mal di testa, depressione, ipotensione, affaticamento, difficoltà di concentrazione e di memorizzazione, insonnia.

Certo che, continuando di questo passo, la percentuale potrebbe salire fino a livelli mai visti!

A cura di Silvia Pari

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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