La scelta – Per fortuna che Eolo sta soffiando su Rimini con la sua forza, per affievolire l’afa e spazzare via nuvole oscure.
Negli ultimi giorni ci sono stati toni troppo alti intorno al calcio biancorosso, che ora dovrà risorgere da un “palloncino”.
E’ inverosimile che questo sport così popolare, in una città conosciuta a livello mondiale, dopo la presidenza di Vincenzo Bellavista, ha di fatto dilapidato un patrimonio sportivo, una scuola calcio interna alla società.
Come non pensare che oggi veleggi un pessimismo generale nei tifosi, che sono la parte integrante di ogni club, la prima forza vera per ottenere risultati miracolosi. Rimini ha uno stadio fatiscente, con una pista atletica più grande dello stesso campo regolamentare. Ci si chiede da oltre due lustri di chi era il compito per un ammodernamento, mentre si costruivano con scellerata leggerezza centri sportivi andati in disuso o cine-flash che non creano intorno ad una città sportiva lo stesso entusiasmo. Nel terzo millennio siamo ancora qui a parlare di fogne, per non puntare il dito sulla clandestinità, sulla pericolosità quotidiana in modo particolare in questo periodo estivo, che i cittadini riminesi sono costretti a subire pagando ingenti tasse. La cronaca dei giornali non amplifica, ha solo il compito di mettere in risalto con coscienza deontologica il degrado urbano.
Il calcio non è una scienza esatta, ma ha bisogno di progetti, di soluzioni, di piani industriali, di persone che sanno fare aggregazione, d’intenti semplici, di moduli tecnici, di un caffè sotto le tribune e le curve coperte.
Le minestre riscaldate servono solo per l’immagine momentanea, ma senza idee innovative si torna nel baratro e a vincere sono sempre i soliti fantasmi che sorridono ironicamente verso chi non è stato in grado in questi ultimi anni di fare con il pallone, quel gol che sarebbe rimasto nella storia.
Rimini riparte dall’Eccellenza, non è un peccato mortale, lo diventerebbe però ancora una volta, se nel nuovo progetto non si creassero le giuste sinergie tra la politica, il suo potere e quell’imprenditore preferito alla cordata di altra terra non lontana.

La partenza – La partenza del Sindaco Gnassi induce a pensieri non troppo idilliaci e lasciano aperte interpretazioni nebulose. Il primo cittadino, ha fatto una scelta sul titolo sportivo che lascerà strascichi, quantomeno per la condotta di trasparenza. Lo si è capito a tutto tondo, attraverso il suo ultimo intervento nei confronti di due giornalisti che lavorano onestamente per RTV San Marino. Il suo attacco inopportuno ha offeso non solo il giornalismo nella sua purezza, ma anche lo Stato. Non basteranno le scuse sotto il primo diluvio estivo, ci vorrà ben altro a livello diplomatico per sanare tanto distacco tra i due governi.

Le scuse – Gnassi in riferimento alla sua rivolta e alle prime scuse arrivate al direttore Carlo Romeo di RTV San Marino, scrive di trappola con esca inclusa. Da chi?, Da Lei, Da altri addirittura si chiede… il Sindaco; come se ad una domanda normalissima di un giornalista, ci fosse dietro un complotto predeterminato.

La richiesta – Conosciamo meglio di altri la domanda che avrebbe fatto il collega: “Perchè ha scelto l’Eccellenza e non l’opportunità di ripartire dalla serie D con una cordata umbra?”
Dietrologia a parte chiedo, anzi mi chiedono di chiedere Signor Sindaco: Perchè lei dentro il Palazzo non ha mai voluto un incontro per esaminare davanti ai tifosi, una seconda alternativa per ricostruire la casa biancorossa terremotata da errori di gestioni finanziarie inefficienti?
La risposta che non ha voluto dare ai quei colleghi di San Marino, la dia a me, a quegli imprenditori seri che con Pozzi, Ravanelli, Arcipreti, Rossi, Spatoloti, Bey ci avrebbero messo la faccia davanti alla comunità.
Ricordandole pure l’interesse certificato come sponsor di Daniele Conti e del nostro gruppo editoriale.

Il messaggio – Ha sempre l’opportunità di ricevere queste persone, visto che ora Cesare sul Rubicone è risorto con la sua locuzione: “Alea Iacta Est”
Forse, non sa nemmeno una cosa, oppure la vostra comunicazione interna si è sgretolata sull’onda del no a priori.
Deve sapere, che sul cellulare, conservo questo messaggio da parte del suo Assessore allo sport: “Sono in riunione richiamo asap”.
Quella telefonata non mi è mai arrivata… Quando avrebbe richiamato Brasini, tutti si chiedono?
Non è tempo di rammarichi, per quanto ci riflette, siamo uomini di buon stile, ma riporti Rimini nelle sue giuste dimensioni calcistiche a partire dall’impianto sportivo e non solo dalle fogne o dalle rotonde, che giustamente servono per dare servizi moderni ad una città paragonabile al “Paradiso”!
Con la stima di sempre…

Il Direttore editoriale – Foto fonte Icaro sport

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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