ESSERE O NON ESSERE
Faccio una doverosa premessa: scrivo l’articolo prima della partita di Reggio, perché in questo inizio di stagione ho letto e sentito di tutto e il suo contrario, cosa che mi pare un tantino esagerata ed alquanto frettolosa, persino parlando di calcio e non giustificata neppure dal tifo, che fa “parlare” la pancia e non la ragione, il cervello.
Questa non è la fase calda della stagione, quella in cui tutto si decide, non fosse altro perché siamo ad un solo quarto del cammino e, non facciamo gli ipocriti, c’è il tempo per cambiare radicalmente le cose.
Semmai bisogna tenere conto di due fattori, importanti eccome, quello ambientale e quello psicologico, che non vanno a braccetto, ma possono causare guai se non li si gestisce.
Facciamo un passo indietro, non lungo dato che parliamo della scorsa stagione che, a questo punto, vedeva proprio la Reggiana dominante, anche sotto l’aspetto “arbitrale” dato che i granata potevano permettersi atteggiamenti e modo di state in campo non concessi ad altri.
Con il passare dei mesi quella “corazzata” si è progressivamente sfaldata, sciolta così tanto da diventare un barcone che faceva acqua e permettere al Modena di recuperare e aggiudicarsi l’agognata promozione.
L’aspetto psicologico ha giocato diversamente nei due schieramenti, perché a Reggio si sono cullati troppo e troppo presto per un qualcosa non ancora conquistato, mentre a Modena non hanno mai smesso di crederci, mai mollato anche quando pareva tutto già deciso.
Pure a Cesena c’è stato un periodo in cui non mancava la speranza di potersela giocare, pur se (è una mia personale convinzione, magari sbagliata) che a non crederci fosse tutto l’ambiente cesenate, dentro e fuori la squadra e la Società.
Ed ecco che l’aspetto ambientale finisce per diventare un tutt’uno con quello psicologico, così a Reggio erano tutti convinti di avere già vinto, a Modena di non essere ancora battuti ed a Cesena di …. non farcela in nessun caso, qualunque cosa fosse successa, persino un crollo totale sia dell’una che dell’altra!
Ora, Reggiana e Pergocrema potranno dare l’indirizzo alla stagione del Cavalluccio, ma davvero tutto potrebbe eventualmente già essere da mandare in archivio? Davvero un pur considerevole distacco potrebbe far chiudere baracca e burattini dopo un mercato all’insegna di considerevoli spese per accaparrarsi gente esperta e consapevole del proprio valore?
Mimmo Toscano è un ottimo allenatore per la categoria e pur mettendoci un po’ di tempo per dare una quadra alla formazione, è uno da arrendersi alla decima di trentotto giornate? Davvero? Certo non è Mourinho, ma vogliamo dargli un po’ più di credito rispetto agli ultimi mister che abbiamo visto in riva al Savio?
Certo non si può attendere in eterno, ma un minimo di pazienza dovremmo averla, perché altrimenti, noi pennaioli in primis, facciamo gli allenatori sul serio, così dimostriamo quanto sono valide le nostre teorie sul campo e non davanti ad un computer e se ci affidano una rosa nuova di zecca, o quasi, questa in quattro e quattr’otto diventa vincente.
Esagero, certo, ma sarebbe ora di finirla con tutta questa retorica da strapazzo, dall’invocare Tizio e Caio quasi fossero maghi del pallone invece che mestieranti neppure troppo “specializzati”.
Reggiana e Pergocrema decideranno il futuro del Cesena? Se davvero così fosse saremmo messi male e sarebbe bene cambiare sport, magari dandosi all’ippica, tanto l’ippodromo non è poi così distante.
Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Luigi Rega