I rapaci sono creature leggendarie, simboli di fierezza, maestosità e forza fisica. La nostra storia e letteratura è piena di riferimenti ai falchi e alla falconeria, un’ arte senza tempo. Ma chi erano questi personaggi che riuscivano ad addomesticare questi giganti dell’aria? Chi erano questi maestri di un passato così glorioso? Forse dovremmo dire chi sono, visto che la Falconeria non è passata di moda, ma continua a sfornare professionisti, animati da passione e, soprattutto, conoscenza della materia.

Degli eroi moderni come Massimo Lanatà, da Catanzaro (classe 1966), maestro falconiere, vincitore di numerosi concorsi di falconeria e innamorato pazzo dei suoi falchi, tanto da costruire un’ area apposta per loro, “Il Teatro dell’aria”, nella pertinenza del Castello di Gradara, per far vivere emozioni uniche, non solo agli abitanti del posto, ma anche ai turisti. Tra una lezione e uno spettacolo con queste meraviglie alate, il maestro Lanatà ha trovato un po’ di tempo per raccontare, gli arcaici segreti di questa arte.

Lanatà, come si diventa Falconiere?

“Per intraprendere questo mestiere bisogna essere davvero molto speciali. Non fraintendetemi, non voglio risultare presuntuoso, ma per addestrare questi rapaci devi possedere diverse capacità. Bisogna sapere qualcosa di ornitologia, fisica, matematica, insomma non è solo una questione mentale, ma bisogna essere preparati a 360 gradi”.

Serve anche un grande amore per questi rapaci, non è vero? Lei come si è avvicinato alla Falconeria?

“Certamente, bisogna aver un grande rispetto per questi uccelli e amarli sopra ogni cosa. Chi pensa che noi falconieri non trattiamo bene i nostri falchi, non ha capito nulla della nostra professione. Io mi sono avvicinato a questo mestiere a 11 anni, quando trovai un falchetto a cui avevano sparato. Subito, mi misi a cercare sul vocabolario la definizione di falco e da lì, è scoppiata la mia passione per questi uccelli, perciò ho voluto saperne ancora di più.’ Purtroppo, però, i maestri falconieri del Circolo Falconieri d’Italia, da dove provengo io, avevano eretto un muro intorno a loro e non volevano divulgare le loro tecniche. Nonostante le tante porte chiuse in faccia, sono riuscito, comunque, a entrare in questo mondo e a imparare tutto quello che c’era da sapere”.

Maestro, tutti possono possedere un falco e diventare falconieri?

“In Italia, non c’è una regolamentazione in merito e tutti, se volessero, potrebbero comprare un falco e portarselo a casa, sentendosi dei falconieri navigati, ma non funziona, proprio, così. Per ricoprire questo ruolo bisogna studiare e allenarsi per almeno 5 anni e non tutti si dimostrano all’altezza. Il falco non è un animale domestico, non è un cane un gatto che si può tenere in casa o in giardino. Stiamo parlando di enormi uccelli che potrebbero anche uccidere una persona, per cui bisogna stare molto attenti e capire bene con chi si ha a che fare”.

C’è mai stato qualcuno che è venuto da lei con l’ aspirazione di diventare falconiere?

“Sì, qualche tempo fa, c’è stato un ragazzo di Rimini che ha voluto intraprendere questo percorso con noi. Da poco tempo è entrato in squadra e sta facendo molto bene. Adesso dobbiamo solo capire se deciderà di continuare a lavorare con noi o se sceglierà un’ altra strada, sicuramente a prescindere dal desiderio consiglieremo, per quanto possibile, la strada migliore per una vita serena”.

Lanatà, in periodi di crisi come questo, il falconiere potrebbe essere un mestiere papabile per i giovani?

“Penso proprio di sì. La Falconeria è un’arte che è resistita al tempo e allo spazio, fa parte della nostra cultura e tradizione e per questo ha bisogno di persone con tanta voglia di fare che continuino a tramandarla ai posteri”.

Un tempo, i falchi venivano usati per cacciare, oggi come potrebbe essere usati questi maestosi volatili?

“Anche oggi potrebbero essere utilizzare per quello scopo, perché c’è una legge che permette di andare a caccia con falchi e arco. Comunque, le possibilità sono infinite. Ad esempio negli aeroporti. Quanti aerei cadono a causa di stormi di uccelli che si vanno ad infilare nei motori? Oppure nei container in cui si stoccano prodotti alimentari, quanti piccioni e roditori si infilano nelle piccolissime aperture? I falchi potrebbero essere la soluzione a questi problemi, tenendo sempre presente che verrebbero usati non per mangiare eventuali intrusi indesiderati, bensì per spaventarli”.

Maestro, quali sono le attività del parco che ha messo in piedi a Gradara?

“Oltre ai corsi per falconieri, facciamo diversi spettacoli. Noi vorremmo riuscire a stupire più gli adulti dei bambini. perché i più piccoli si meravigliano con poco, ma i più grandi che hanno una capacità mentale superiore, non sono facilmente impressionabili. Mi piacerebbe poter introdurre uno spettacolo particolare in cui i protagonisti sarebbero non solo dei veri falchi ma anche degli ologrammi che grazie a effetti specali li sostituirebbero, interagendo con il pubblico, parlando oppure abbracciando le persone. Stiamo lavorando perché questa idea si tramuti presto in realtà. Oltre a questo vorremmo creare una vera e propria accademia di Falconeria, con dei corsi ancora più completi per la formazione dei professionisti di domani. Sono progetti ambiziosi, ma a noi le sfide ci sono sempre piaciute”.

Se volete saperne di più sulla Falconeria e sul parco di Gradara, visitate il sito: ilteatrodellaria.it.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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