La vita è come lo sport: passione e rispetto per le regole. In occasione della 35esima giornata di campionato, l’Associazione e la Lega Calcio, ha lanciato l’iniziativa “Fai gol con la legalità” con la quale la giornata è stata dedicata a tutte le vittime del dovere, rendendo così omaggio alla memoria di uomini e donne – appartenenti alle Forze dell’ordine, alle Forze armate e alla Magistratura – colpiti da terrorismo, criminalità organizzata o comune, che si sono sacrificati per la collettività.

Prima di ogni partita della serie A, al centro del campo di gioco, è stato esposto lo striscione dell’Associazione, mentre sullo schermo dello stadio è stato trasmesso un breve filmato sull’attività svolta. Infine, durante l’ingresso in campo delle squadre, i tre bambini previsti dal cerimoniale di gara sono entrati tenendo per mano l’arbitro e i due capitani, indossando un cappellino con il logo dell’Associazione.

La giornata ha rappresentato un momento importante per far conoscere l’attività dell’Associazione, che persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale e s’impegna da anni per onorare la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per lo Stato, sostenere le famiglie delle vittime e promuovere progetti di educazione e legalità.

La Polizia di Stato ha particolarmente a cuore la memoria dei propri caduti in servizio, ognuno dei quali è ricordato con una targa inserita nel Sacrario che si trova a Roma all’interno della Scuola superiore di polizia. Per i meno attenti è bene rilevare che i servizi di ordine e sicurezza pubblica non s’improvvisano ma sono pianificati e diretti da persone preparate e competenti.

Premesso ciò, mi chiedo come mai dopo il verificarsi di fatti, a volte gravi, è sempre citata genericamente la sigla POLIZIA, indicando impropriamente i corpi che compongono le forze dell’ordine: polizia di stato, carabinieri, forestale, guardia di finanza, polizia penitenziaria, le quali tutte partecipano nei servizi di piazza a secondo della delicatezza della manifestazione. Questo modo di generalizzare – pur non cambiando il risultato finale – mette costantemente, a torto o ragione, in cattiva luce solo e sempre l’istituzione Polizia di Stato agli occhi dei cittadini.

Viceversa, così come avviene ad esempio nel trattare la cronaca quotidiana, se la finanza fa una verifica specifica, non si scrive la polizia, così come se i carabinieri fanno un arresto, non si dice la polizia. Allora, anche negli scontri di piazza, in particolare quelli allo stadio, sarebbe corretto indicare esattamente il corpo di appartenenza degli “ipotetici” responsabili, fino a prova del contrario, onde evitare deplorevoli equivoci. Arrivederci al prossimo anno, sempre e comunque con Cesenalè. 

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Ansa

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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