In attesa dell’uscita del decimo romanzo, partorito dalla brillante penna di Omar Di Maria, ne approfitto per fare due chiacchiere con l’autore a Bologna, mia città natale, a due passi dalle due torri, in un noto ristorante, davanti a un piatto di penne all’arrabbiata e un calice di albana secco. Dottor Di Maria ci parli un po’ di lei. Sono nato a Mombaroccio (Pesaro) il 18 febbraio 1948, laureato in Sociologia all’università di Urbino. Ora vivo a Bologna dove, dal 2005, scrivo romanzi con discreto successo. Qualche titolo al quale è più legato?  “La gatta” del 2008; “L’ultima stagione in paradiso” del 2017 e “La lunga notte dell’OVRA. Luglio 1943: delitto a Ostia” del 2020. Attraverso i suoi libri s’intrecciano racconti autobiografici? Ho sempre un rapporto molto fisico e intimo con i libri, anche se capita spesso di farmi “distrarre” da altro. Leggendo alcuni dei suoi romanzi ho notato che i racconti si svolgono spesso tra la riviera romagnola e la capitale; con storie di delitti, vitelloni, celebrità, prostitute e playboy nelle favolose notti della dolce vita. Esatto, la formula funziona sempre, perché tratto argomenti, personaggi e periodi indimenticabili della storia italiana. Periodi che hanno fatto parte “anche” della mia vita vissuta intensamente nel triangolo Roma – Rimini – Bologna. A oggi ho scritto nove romanzi, pubblicati dalla casa editrice bolognese “PENDRAGON” di Antonio Bagnoli. Il decimo, come le ho già detto, uscirà a maggio, sempre con la Pendragon. Ci può dare qualche anticipazione? Il titolo è ancora top secret, parlerà comunque della “dolce vita” verso la fine degli anni ‘60. Un periodo d’oro che ho trascorso a Roma: ci vivevo e lavoravo. A proposito di storia, ricorda, dove è cominciata la sua? Ero il secondo barman del famoso locale notturno “Il Carrousel” a due passi dalla movimentata via Veneto. All’epoca, la più celebre zona di Roma. Nel 1967 mi sono anche iscritto alla S.I.A.E. con la qualifica di AUTORE di VERSI per opere da assegnare alla sezione MUSICA. In pratica sono un paroliere. Ho scritto diverse canzoni, alcune pubblicate, altre di prossima pubblicazioneQualche titolo? Ricordo il brano “Non tornerai” pubblicata nel 1979 in un 33 giri, cantata dal gruppo musicale “I Teppisti dei Sogni”, edizione Mia Record. Ebbe un discreto successo. Immagino che vivere in questo mondo affascinante le abbia permesso di conoscere molti personaggi noti. Uso il passato per ovvi motivi: tra i tanti, ero intimo amico di Franco Califano, del visagista Gil Cagné e del proprietario del “Paradiso” di Rimini Gianni Fabbri. So che da ragazzo a Pesaro la chiamavano “El Matt”, perché? “Ahah, il matto!” Matto per le canzoni e per i romanzi. Matto per la vita, per l’amicizia e per l’amore. Matto pure per il vino e per le belle donne. Oggi, invece, sono un uomo cui piace vivere in solitudine e malinconia. Mi ritengo un uomo perbene che ha sempre difeso le Istituzioni e non ha mai mancato al giuramento di fedeltà alla Repubblica Italiana. Presumo abbia guadagnato tanti soldi nei suoi vari ruoli. Non sono ricco, se allude a questo, e non sono legato ai soldi. Quelli che ho mi bastano per vivere dignitosamente, nel miglior modo possibile. Mi risulta che sia stato anche in polizia (per un attimo, nella nostra chiacchierata, evito di “rammentare” che nel 1975 abbiamo condiviso un anno di vita – a stretto contatto di gomito – durante la frequenza del corso sottufficiali di Pubblica Sicurezza alla scuola di Nettuno). Giustissimo, vecchia volpe… Come poliziotto ho prestato servizio in vari uffici della penisola. Il periodo più lungo, però, durato oltre vent’anni, è stato alle dipendenze della Presidenza del Consiglio. Ha un ricordo che porta nel cuore? La medaglia d’oro che mi è stata assegnata dal Ministero dell’Interno nel 1972, come primo classificato al trentesimo corso Allievi Guardie di Pubblica Sicurezza, presso la scuola di Trieste. Qualcosa che, invece, non rifarebbe? Ovviamente lasciare Roma, ma non è stata una scelta… Grazie Dottor Di Maria e auguri per il prossimo romanzo, che sicuramente sarà un successo. Ciao Ugo, è sempre un piacere rivederti e fare un salto nel passato, che, ahimè, non tornerà. Noi, però, come valorosi guerrieri, guardiamo sempre al futuro!

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Repertorio 

Il Vice Direttore Ugo Vandelli

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