Lo straordinario trombettista Flavio Boltro

Flavio Boltro è uno dei più grandi trombettisti italiani, fa parte della scena jazzistica mondiale da più di quindici anni. Diplomatosi al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino si è “fatto le ossa” in Italia prima di esibirsi accanto a musicisti di grande levatura tecnica come Cedar Walton, Bob Berg, Don Cherry, Billy Hart e Billy Higgins.

A partire dal 1990, ha partecipato a numerosi festival e tournée in veste di sideman nelle formazioni di Freddie Hubbard e Jimmy Cobb, prima di diventare un componente del gruppo jazz del musicista Lourent Cugny (di cui ha fatto parte dal 1994 al 1997) e inoltre suona nella formazione con Aldo Romano. Dopo aver fatto parte stabilmente per quattro anni della Orchestre Nationale du Jazz formazione francese ed in seguito con il Sestetto del pianista francese Michel Petrucciani, è tutt’ora componente dell’attivissima formazione Di Battista Boltro Quintet.

Artista brillante e versatile, Flavio Boltro ci rivela oggi le sue doti di compositore: ha infatti inciso la sua prima opera discografica a suo nome dal titolo “Road Runner“, e la sua seconda opera dal titolo “40°” alla testa del suo quartetto. Entrambi i lavori sono stati pubblicati dalla prestigiosa etichetta Blue Note Records. Nell’ambito della sua attività concertistica, attualmente collabora tra gli altri anche con Michel Portal e Lourent De Wilde.

Flavio Boltro nasce a Torino il 5 maggio del 1961. Il padre è musicista, trombettista e grande appassionato di Musica Jazz, mentre la madre è un’insegnante elementare. Boltro dice: “Mi sono ritrovato immerso nel jazz fin da piccolo, da quando avevo tre anni. Mio padre mi prendeva sulle ginocchia prima di andare a letto e mi faceva ascoltare Armstrong e tutti i dischi di quegli anni“.
Quando Flavio ha cinque anni, la sua famiglia si trasferisce a Pianezza a 25km da Torino, dove il musicista trascorrerà l’infanzia e l’adolescenza.
A nove anni e mezzo ho detto a mio padre che volevo imparare a suonare la tromba“. I genitori di Flavio sono convinti che il ragazzo voglia fare musica così come gli altri vogliono giocare a calcio o iscriversi ad un corso di ceramica. E invece resteranno meravigliati di fronte alla serietà dimostrata nell’affrontare questo strumento, con il quale si esercita tutti i giorni. A tredici anni si iscrive al Conservatorio, dove si reca un giorno alla settimana per prendere lezioni da Carlo Arfinengo, prima tromba dell’orchestra Sinfonica della Rai di Torino.

Un anno dopo, il padre chiederà all’insegnante di seguire il figlio privatamente per prepararlo all’esame di ammissione al Conservatorio, che frequenterà per sette anni. Una volta diplomato, la sua vita sarà segnata da due momenti determinanti, che coincidono con l’incontro di due formazioni che saranno per lui l’occasione di farsi conoscere e apprezzare. La prima è la formazione “Lingomania“, guidata dal sassofonista Maurizio Giammarco. Il trombettista torinese possiede già un quartetto, ma aspira a trasformarlo in un quintetto. Una sera, al Capolinea, il celebre club milanese Giammarco vede Flavio esibirsi con con il trio del pianista Mario Rusca e lo chiama la settimana seguente per fissare un’incontro. Nasce così il famoso quintetto, formato dal batterista Roberto Gatto, al contrabbassista Furio Di Castri, al sassofonista Maurizio Giammarco al chitarrista Umberto Fiorentino e al trombettista Flavio Boltro.

Questo gruppo acustico dalla matrice e dalle sonorità elettriche rappresenta una novità per quegli anni e riscuote grande successo in Italia, aggiudicandosi, per due volte consecutive, il premio per la migliore opera discografica e il titolo di miglior gruppo dell’anno. Quando intraprende questa avventura, che si protrarrà per un biennio, Flavio Boltro ha venticinque anni, siamo nel 1986. Parallelamente, incomincia a ricevere diverse richieste di collaborazione, in particolare da Steve Grossman, con il quale si esibisce regolarmente. Flavio Boltro, dice: “All’epoca in Italia c’erano duemila club; io ci suonavo spesso con Steve ma mi esibivo anche ai festival Internazionali in quintetto con Cedar Walton, Billy Higgins e David Williams, alla sezione ritmica. E, poco prima che si concludesse l’esperienza con i “Lingomania”, con Cliford Jordan e Jimmy Cobb.
Ho tenuto anche due concerti con Freddie Hubbard a Umbria Jazz oltre a quelli di Torino e di Milano.”

La seconda formazione decisiva è il trio costituito insieme al musicista Manu Roche alla batteria e a Furio Di Castri al contrabbasso. “Questo gruppo ha funzionato a meraviglia! All’epoca non esisteva un trio di tromba, contrabbasso e batteria; c’era solo il quartetto di Ornette; ma nessun trio. Mi è venuta questa idea e ne ho parlato con Furio. Al suo terzo anno di vita, il gruppo è diventato un quartetto con l’arrivo del sassofonista Joe Lovano. Abbiamo fatto una tournée di dodici date in Italia e abbiamo inciso delle composizioni mie, di Furio e di Lovano, ma il disco non è mai uscito!”

Ed eccoci arrivati ai primi anni Novanta. È estate, tempo di vacanze! Flavio parte in moto per la Corsica, con tenda e sacco a pelo… Qui ha l’occasione di assistere da spettatore al Festival di Calvi, dove, l’anno seguente, tornerà invece in veste di concertista per esibirsi in quartetto accanto ad Antonio Farao, Manu Roche e Paolo Dellaporta su richiesta di Lionel Benhamou. Durante le memorabili jam session di quelle serate, Flavio ha l’opportunità di fare importanti incontri che segnano l’inizio della sua avventura francese. Nel 1994, Lourent Cugny, che ha appena preso l’eredità dell’Orchestre Nationale du Jazz, è alla ricerca di un trombettista e di un sassofonista: la sua scelta ricade su Flavio Boltro e sul compagno di gioventù Stefano Di Battista. E un’anno prima della conclusione della sua esperienza con l’Orchestre Nationale du Jazz, Flavio entrerà a far parte del Sestetto del pianista francese Michel Petrucciani. Da tempo Flavio Boltro, Stefano Di Battista ed Eric Legninì, amici di lunga data, cercano due musicisti per costituire una nuova formazione, un quintetto.

Il loro progetto si concretizzerà nel 1997 con l’arrivo dei musicisti Benjamin Henocq alla batteria e di Rosario Bonaccorso al contrabbasso. Il nuovo gruppo si chiama: “Io Stefano Di Battista Di Battista, Flavio Boltro Quintet“, questa formazione riscuotere grande successo fil dal 1998. Vincitore del Jazzit Awards 2010, l’ensamble collabora stabilmente con il quintetto guidato dal cantante genovese Gino Paoli, con Danilo Rea, Roberto Gatto e Rosario Bonaccorso.
Nel 2010 ha pubblicato la sua prima opera discografica per la label ACT Music, con il progetto “Opera” in duo con il pianista Danilo Rea. All’inizio del Millennio il trombettista torinese, partecipa al trio Air con i musicisti Giovanni Mirabassi al pianoforte e Glenn Ferris al trombone. L’album Air vince il premio come miglior opera discografica dell’anno. Il cantante Gino Paoli realizzerà un sogno: formare un gruppo con musicisti di estrazione jazzistica e nasce così un quintetto con Flavio Boltro, Roberto Gatto, Danilo Rea e Rosario Bonaccorso.

La formazione registrerà due album “Milestone” per la la bel Blue Note Records e e dopo questo progetto un’altro incontro in jazz questa volta con la label Parco della Musica di Roma. In questo periodo sono molti i progetti di opere discografiche e varie le etichette discografiche, ACTMusic propone al trombettista piemontese di registrare grandi arie da opere italiane in duo con il pianista Danilo Rea, avendo entrambi una solida preparazione classica. L’opera verrà registrata in un giorno in live a Shloss Elmau. Il duo poi si esibisce nei teatri europei e in Asia, Giappone, Cina e Corea del Sud. Alla ricerca dello spirito degli straordinari anni Sessanta, omaggiando il trombettista Lee Morgan, Boltro forma un nuovo quintetto, dal nome “All Stars“, composto dal sassofonista Rosario Giuliani, dal pianista Piero Lussu, dal batterista Andrè Ceccarelli e dal contrabbassista Darryl Hall; ospite alla voce Alex Ligertwood cantante, del chitarrista messicano Carlos Santana negli anni Settanta.

Nel 2008 Flavio Boltro forma un quartetto con musicisti italiani, ne fanno parte il pianista Giovanni Mazzarino, al contrabbasso Marco Micheli e il batterista Francesco Satgiu. Attualmente il trombettista suona, in attesa di registrare un’opera discografica con il suo Trio BBB, con il contrabbassista Mauro Battisti, al batterista Mattia Barbieri. In ricordo del grande pianista francese Michel Petrucciani, vi sarà il progetto “Play Petrucciani, con il Flavio Boltro Quartet, formato dal leader alla tromba, da Andrea Pozza al pianoforte, Paolo Ghetti al contrabbasso e Manu Roche alla batteria. Il trombettista torinese prosegue la sua attività artistica con tanto impegno, tanti progetti e tanta musica, ancora per tanto tempo avvenire.

A cura di Alessandro Poletti – Foto Repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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