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Marco Tamburini, lo conoscevo da una vita. Sin da ragazzo si era dedicato al Jazz, la sua prima tromba era entrata anche a Radio Centrale di cui ne ero socio con altri amici d’infanzia, la sede a Sant’Egidio un quartiere di Cesena a due passi dalla sua abitazione. Tambu, aveva dedicato tutto se stesso per la musica e negli anni della sua piena maturitĂ  era riuscito ad emergere suonando al fianco di artisti come Stefano Bollani, Paolo Fresu, Danilo Rea. Nel suo dna non aveva solo il Jazz, pure il pop e la musica leggera. Alcune volte andavamo a Bologna in treno da Nalucci per acquistare Lp inediti di ogni genere. Il capoluogo emiliano gli piaceva allo stesso modo della sua Cesena che gli aveva dato i natali. Nella sua lunga carriera ha collaborato con Cesare Cremonini, Laura Pausini e Jovanotti, di cui faceva il direttore musicale della band mentre lo accompagnava in concerto.
Marco veniva visto da tutti come un talento, un professionista riservato, non a caso tutto il mondo della musica piange la per la sua morte inaspettata. E’ volato via per sempre dalla sella della sua moto potente a 56 anni. Ora la sua tromba suona il silenzio. Lo ricordo come uno dei migliori compositori ed arrangiatori. L’ultima volta che ci siamo abbracciati e’ stato un paio di anni fa dopo la fine dell’evento musicale di Gino Paoli a Rimini. Il concerto termino’ con l’ultima nota del suo meraviglioso ottone, vibro’ talmente tanto che dai miei occhi uscirono in modo naturale un paio di lacrime, le stesse che in questo momento scivolano sulla guancia per la sua scomparsa.

IL direttore Editoriale

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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