La nuova lingua di lava del vulcano in eruzione sull’isola di La Palma, che nei giorni scorsi ha raggiunto il mare iniziando a creare un altro “delta” vulcanico molto vicino a quello creatosi a partire dalla fine di settembre, ha inghiottito la spiaggia di Los Guirres sotto lo sguardo dei media e degli scienziati che, sul posto, monitorano la situazione.

Il contatto tra la lava e l’acqua dell’oceano provoca l’emissione di gas come l’acido cloridrico. La zona è comunque evacuata da settimane. Intanto, nelle ultime ore è stata registrata una ripresa dell’attività sismica ad alta profondità connessa all’eruzione, dopo un precedente periodo di tregua: la notte tra il 10 e l’11 novembre l’Istituto geografico nazionale spagnolo ha registrato un scossa di magnitudo 5 a 36 chilometri di profondità. L’eruzione del Cumbre Vieja è entrata nell’ottava settimana.
I fiumi di lava hanno costretto migliaia di residenti ad evacuare e distrutto oltre 2.600 edifici devastando quasi 1000 ettari di terreno dal 19 settembre, secondo quanto emerge dai dati del programma satellitare Copernicus dell’Unione Europea.

Come ha spiegato a El Mundo Francisco Prieto, portavoce del Piano di Emergenza Vulcanica delle Isole Canarie (Pevolca), la lava ha coperto un bar sulla spiaggia e minaccia un hotel presente nella zona. La colata lavica sta crescendo soprattutto in larghezza e sta creando un nuovo “delta” lavico.
El Mundo riferisce inoltre che sono state salvate migliaia di api, trovate vive dopo aver trascorso 50 giorni negli alveari sepolti sotto la coltre di cenere dal vulcano, a circa 600 metri di distanza dal cratere. Dei sei alveari, cinque sono sopravvissuti, recuperati dalla zona il 6 novembre scorso grazie all’intervento della polizia locale e dell’Unità Militare di Emergenza (UME).

La marina spagnola intanto ha iniziato ad aiutare gli agricoltori dell’isola a raggiungere via mare le loro piantagioni di banane circondate dalla lava. Giovedì, quattro mezzi anfibi “Castilla” hanno fatto la spola tra il porto di Tazacorte, sul lato occidentale dell’isola e la spiaggia di Puerto Naos, dove si trovano molte delle piantagioni di banane.

Le colate di lava hanno infatti distrutto o interrotto decine di strade, per questo gli agricoltori sono stati costretti in queste settimane a un viaggio in auto di 90 minuti intorno all’isola per raggiungere le piantagioni sulla costa meridionale per prendersi cura dei loro alberi di banane. Secondo le autorità regionali, il vulcano ha già causato 100 milioni di euro di perdite per l’industria delle banane a La Palma.

A cura di Stefano Severini – Foto Ap

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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