Roma, 16 aprile 2024.
Non bastano più le chiacchiere fatiscenti, i meeting, i sit-in, le tavole rotonde e quant’altro venga in mente, compreso il “non fatto” per portare all’attenzione di tutti il tragico problema dell’immigrazione.  
Ora anche gli “attori del cinema” cercano nuove visibilità e si attaccano a tutto ciò che può facilitare la loro ascesa.
Questa volta è il turno di Richard Gere, ormai lontano dagli schermi ma “impegnato” nelle battaglie civili e già protagonista di uno sbarco storico a Lampedusa del 2019 che portò il Senatore Salvini ad un “discutibile processo”.
Riportiamo una sintesi della sua dichiarazione fatta in una intervista a Vanity Fair, in cui emerge il fatto che sembra passi il suo tempo sui barconi, insieme ai “migranti”:
“Sono stato sui barconi e ho incontrato personalmente molti rifugiati e migranti; ho avuto modo di ascoltare le loro storie e penso sia molto difficile non vedere in loro esseri umani uguali a noi. Chiederei, e spererei, che chi ha responsabilità di governo passasse un po’ di tempo con loro, capisse la situazione e non li demonizzasse.Ovviamente abbiamo lo stesso problema negli Stati Uniti, con persone squilibrate come Trump che sembrano odiare tutti quelli che non sono bianchi e allineati culturalmente con lui, ma non è così che funziona il mondo. E’ nostra responsabilità prenderci cura gli uni degli altri: costa più energia non aiutare che aiutare. Il nostro senso di sicurezza, la nostra felicità e il nostro successo devono essere universali: ci siamo dentro tutti insieme. Per me è molto difficile capire un movimento di estrema destra conservatrice, soprattutto in un Paese che è prettamente cristiano. In quelle ore non smettevo di chiedermi cos’avrebbe fatto Cristo in una situazione del genere, e il fatto è che Cristo accoglieva tutti come figli di Dio, tutti. Non avrebbe detto: ‘Salvate solo le persone bianche, quelle italiane o quelle cristiane’. Mi sembra abbastanza ridicolo”
Anche sua moglie, Alejandra, evidenzia un ricordo dell’epoca: “Per puro caso quando abbiamo sentito la notizia ci trovavamo in Italia, e lui mi ha detto: “Devo fare qualcosa”. Avevamo appena incontrato l’allora cancelliera tedesca Angela Merkel, per cercare di farle capire la gravità della questione, e Richard è riuscito a parlare con Pedro Sánchez dall’imbarcazione per chiedergli aiuto al momento di accogliere tutte quelle persone. Credo sia stato uno dei momenti più emozionanti al suo fianco“. 
Ricordiamo che domani 17 aprile su Vanity Fair è pubblicata l’intervista nella sua versione integrale.

A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica 
(Fonte: Ait-ANSA)
Editorialista Pier Luigi Cignoli

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui