IL PIRATA CON LA BANDANA GIALLA. MARCO PANTANI

Oggi avrebbe compiuto cinquant’anni, Marco Pantani, il “Pirata”, che invece da poco meno di sedici riposa nella sua Cesenatico, dopo una vita di grandi vittorie ma anche di tormenti non meno grandi. Riposa ma senza trovare pace, questo eterno campione cui il Padreterno aveva regalato doti non comuni per un ciclista, ma anche tante traversie, tanti incidenti che ne hanno segnato la carriera, insieme ad un carattere ferreo e fragile al contempo; con la capacità una volta in bicicletta di rispondere ad avversari e sorte, quella capacità che veniva meno quando non era in bici che si doveva combattere.

Certo la vita di Marco non è stata rose e fiori, quello che ha ottenuto se lo è conquistato sulla propria pelle e quando, quel 5 giugno del 1999 è uscito dall’Hotel di Madonna di Campiglio dopo essere risultato non dopato ma sospeso per l’ematocrito del sangue fuori oltre i valori stabili, si è certamente rotto qualcosa dentro e la sua vita non è più stata la stessa.
Ancora oggi, a sedici anni dalla sua morte, non sono stati chiariti i motivi della sua scomparsa, quello che è effettivamente successo negli ultimi giorni di vita di un ragazzo finito triturato dall’essere diventato famoso, dal vincere tutto, dal dare evidentemente fastidio a qualcuno.

C’è chi lo ha fatto passare per drogato, chi ne ha detto peste e corna, chi ha considerato le sue vittorie frutto della medicina invece che della sue capacità; certo Pantani non era magari un santo, ma a rivedere le foto della sua carriera viena anche spontanea qualche riflessione, perchè in realtà era l’ematocrito ad essere stato trovato oltre i limiti, mentre mai è stata trovata traccia di doping o altre sostanze proibite, cosa invece successa a tanti dei suoi avversari, primo tra tutti quel Lance Armstrong, vincitore di sette Tour consecutivi grazie a pratiche dopanti a conoscenza, e supportate, prima di tutto dall’U.C.I., ovvero dalla massima espressione del ciclismo mondiale.

Armstrong però era l’eroe, quello che aveva sconfitto il cancro e vinceva grazie alla propria tenacia, mentre Pantani era il “drogato”, quello da far fuori, quello scomodo!
Buon compleanno Marco, certo nessuno ti ridarà la vita e nessuno potrà mai risarcirti dei tanti torti subiti, ma prima o poi la verità verrà a galla e potrai finalmente riposare in pace.

RICORDO – Noi ti ricordiamo con la sciarpa al collo bianconera in tribuna Vip; gioso, sorridente vedere nel vincere e giocare bene la tua squadra del cuore. Quel Cesena che ha fatto sognare tanti tifosi di Romagna e che nel sconfiggere gli squadroni ha fatto scrivere di se e di te su tutti i quotidiani nazionali.
Quante scalate verso le montagne, irte, pericolose, insidiose, faticose, ma lasciami dire, che sono in vena, in alcuni tratti tu e il Cesena ervate come un’anima gemella, campioni di altri tempi, di come fare ciclismo e calcio. Che dire, in questi giorni tristi perchè tu non sei più tra noi umani e i risultati deludenti della squadra. Solo una cosa semplice, modesta. Speriamo che il Cesena torni a pedalare, magari con la tua forza, i tuoi muscoli, la tua energia, il tuo fiato, il tuo spirito gogliardo con la bandana.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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