POMPIERI CASCO

L’esplosione intorno alle 15 in una centrale idroelettrica Enel del bacino artificiale di Suviana, sull’Appennino Bolognese. Coinvolte 15 persone: 3 sono morte, 4 disperse, 5 ferite, 3 illese. Enel ha spiegato che un incendio ha interessato un trasformatore. Pare fossero in corso lavori di manutenzione. Operazioni di soccorso difficili. I vigili del fuoco: “L’incidente sotto il livello dell’acqua: c’è parecchio fumo, abbiamo faticato a entrare nei locali”.

Enel ha spiegato che un incendio ha interessato un trasformatore. Pare fossero in corso dei lavori di manutenzione. L’esplosione è avvenuta all’ottavo piano ribassato, mentre al nono si è registrata un’inondazione dovuta a un tubo di raffreddamento della turbina che ha allagato il locale per parecchi metri.

Si stanno attendendo delle squadre specialistiche di recupero, per affiancare le 12 squadre dei vigili del fuoco all’opera e arrivare ai vani invasi dall’acqua. Il direttore regionale dei Vigili del fuoco, Francesco Notaro, spera di trovare ancora qualcuno in vita tra i dispersi: “Nonostante lo scoppio abbia determinato un allagamento, potrebbe essere che dopo l’esplosione abbiano trovato ricovero da qualche altra parte della piastra, la speranza è trovare qualcun altro in vita”. I lavori andranno avanti almeno altre 6-7 ore, se non si complica l’allagamento.

I feriti gravi della strage sul lavoro della centrale Enel di Suviana sono cinque: sono stati ricoverati negli ospedali di Parma, Cesena, Forlì e Pisa. Lo ha detto il prefetto di Bologna Attilio Visconti, sul posto col sindaco metropolitano Matteo Lepore e Francesco Notaro, direttore regionale dei Vigili del fuoco. Il ferito più grave è ricoverato all’ospedale Bufalini di Cesena: l’uomo è in prognosi riservata nel reparto grandi ustionati. Nello stesso ospedale è ricoverato anche un altro operaio, che nell’incidente ha riportato un’ustione a una mano di minore gravità e si trova in osservazione breve intensiva.

Il lago è nato dalla costruzione della diga, ultimata nel 1932, ed è alimentato dal torrente Limentra. Si trova sull’Appennino Bolognese, fra i comuni di Camugnano e Castel di Casio. Si tratta di un impianto fortemente legato alla storia recente dell’Appennino, tanto che la sua costruzione venne inizialmente realizzata per alimentare la linea ferroviaria Bologna-Firenze di recente costruzione. La centrale di Bargi risale agli anni ’70. La zona nei dintorni dei due laghi forma un parco regionale ed è considerata esempio di come ambiente ed energia pulita rinnovabile possano convivere. Il bacino di Suviana-Brasimone conta anche altri impianti idroelettrici, minori rispetto a Bargi: Suviana da 27 MW, Le Piane da 10 MW, Santa Maria da 6 MW, Le Pioppe da 0,3 MW e Pavana da 0,11 MW per una potenza complessiva di circa 373 MW.

Il lago di Suviana, situato al confine fra Toscana ed Emilia-Romagna, è un bacino artificiale costruito negli anni Venti per lo sfruttamento dell’energia elettrica. È poi diventato anche un luogo di attrazione turistica, vista la relativa vicinanza alle aree metropolitane di Bologna e Firenze. Sul lago si affacciano due centrali idroelettriche: Suviana e Bargi. È quest’ultima quella coinvolta nell’esplosione e incendio. Viene alimentata anche dalle acque del bacino del Brasimone attraverso condotte. Quello di Bargi è un impianto di generazione/pompaggio composto da due gruppi di produzione da 165 MW ciascuno per una potenza installata di 330 MW. È il più grande a livello di potenza installata nella regione emiliano-romagnola e ha una funzione rilevante di regolazione, esercizio e gestione della rete elettrica nazionale. La centrale è per tre quarti sommersa.

Il Direttore responsabile Simone Tripodi – Foto Imagoeconomica

Il Direttore Simone Tripodi

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