Ieri, 27 giugno, si è ricordato il trentanovesimo anniversario della strage di Ustica, quando un DC9 dell’Itavia, in volo tra Bologna e Palermo, precipitò in mare portando con se le 81 persone (77 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio) che trasportava.
Sono passati ben 39 anni, ma dei colpevoli non vi sono certezze, o meglio, non vi sono ammissioni; invece i depistaggi, occultamenti, distruzione di prove e, chissà, anche qualche testimone scomparso, ovvero morto, in situazioni quantomeno poco chiare!
Tanti 39 anni senza certezze, vero? E tanti i tentativi di attribuire le cause ad un cedimento strutturale o altra causa, come una bomba posta all’interno del velivolo, scaricando le colpe sulla Società, poi fallita, ma i cui titolari sono stati successivamente risarciti dopo un processo a carico dei Ministeri delle Infrastrutture e della Difesa proprio perché la tragedia non avvenne a seguito di colpe dell’Itavia medesima.

In quella serata del 27 giugno 1980 tanti velivoli solcavano i cieli sopra il mar Tirreno, la maggior parte erano velivoli militari di varie nazioni e proprio uno di questi è, quasi certamente, responsabile della caduta del DC9; perché? Questa risposta la aspettiamo da 39 anni, ma soprattutto la aspettano i parenti delle 81 vittime!

Trentanove anni sono tanti, l’ho già scritto, e questo non è che uno dei tanti episodi drammatici dei nostri ultimi decenni di cui ancora non abbiamo i colpevoli, perché di stragi il nostro paese ne ha vissute troppe, e troppi sono stati i depistaggi, l’ingarbugliare ed il cercare di sviare le ricerche della verità che da Bologna ad Ustica, da Piazza Fontana all’Italicus ed in molti altri casi, ci impediscono ancora oggi di sapere la verità.

Il Direttore Responsabile Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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