Annamaria Squeri è una signora dolcissima. Una donna, mamma e nonna amorevole: con le parole e lo sguardo riesce infatti ad abbracciare, ad abbracciarmi a distanza. Maestra delle elementari in pensione, persegue quotidianamente due grandi compiti che le sono stati affidati dal cielo, e che sono diventati la sua missione: amare il prossimo e divulgare. Divulgare cosa? Vi starete chiedendo. Ora, leggendo la sua storia, lo capirete.

Annamaria è mamma di tre figli, “Li ho avuti in 4 anni”, precisa. Come le hanno insegnato a fare fin da piccola crede in Dio, e insegna anche ai suoi figli a credere. Ma soprattutto ora che è cresciuta e diventata madre, si rende conto che la sua fede è cieca, e piena di punti interrogativi. Nel 1990 Gianluigi, il figlio più piccolo, che all’epoca aveva 22 anni, muore per un incidente, mentre tentava di recuperare un pallone. Quella morte così assurda, evitabile, ingiusta le fa perdere il sonno, le certezze, la fede, la voglia di vivere. Per oltre un anno Annamaria si chiude, non vuole più vedere nessuno.

Poi, uno ad uno, iniziano ad arrivare le chiamate, le circostanze, i segni e i segnali: dapprima viene invitata a partecipare ad un convegno sulla medianità a Cattolica, e lì riceve un primo messaggio “Il tuo compito sarà di aiutare le persone nel dolore”. Non sa cosa farsene di quelle parole: Come faccio ad aiutare le persone che soffrono se sto così male?, si chiede. Successivamente, su invito di due amici di Gianluigi, partecipa ad un seminario dove, tra le altre, insegnano tecniche di canalizzazione, ossia la possibilità di entrare in contatto con le anime dei defunti per ricevere i loro messaggi: le è stato detto di prendere carta e penna e, dopo una meditazione, iniziare a scrivere “quello che le arrivava, tanto era protetta”. L’ha fatto Annamaria una volta tornata a casa, incuriosita e desiderosa di entrare in contatto col suo Gianluigi, anche perché non aveva nulla da perdere; e poi era un modo per impegnare quel tempo vuoto ma pieno di un dolore che non passava mai.

E ha insistito nel farlo, giorno dopo giorno, nonostante per i primi sei mesi uscissero su quel foglio solo degli scarabocchi. Poi un giorno, improvvisamente, si rese conto che era uscita una “M”. Poi quella M divenne “Mamma”. Poi ancora “Mamma felice”. Era Gianluigi che muoveva la sua penna. Ma allora era vero quello di cui avevano parlato al convegno! Stava succedendo anche a lei! Iniziò così a fare delle domande al figlio, il quale rispondeva, con gioia e pazienza, a tutte. Lo fece per un lungo periodo, ed ebbe le risposte che le servivano, fino a quando un giorno il figlio le disse: “Mamma ora è tempo che tu ti dedichi agli altri”.
Da allora è iniziata la nuova vita di Annamaria, una vita che ha trovato Senso nel cammino spirituale che ha intrapreso e che, mi racconta, “è la vera via, non solo per me ma per ognuno di noi”. “Vedi Sara, mi sono chiesta a lungo cosa avessi fatto di male per meritare tanta sofferenza. Oggi invece capisco che se lui non fosse andato via io non avrei potuto dare alle persone tutto l’amore che do, non avrei potuto fare tutto il bene che sto facendo”.

Brividi sottopelle mi attraversano tutto il corpo, da testa a piedi, quando Annamaria, con la voce rotta dall’emozione, mi racconta che Gianluigi un giorno le ha detto “Mamma me ne sono andato per migliorare la qualità della tua vita”. Eppure è così, posso confermarlo. Seguo Annamaria durante le dirette che fa sul gruppo Facebook Bridges of Light, dove riceve ogni volta numerosissime attestazioni di affetto, riconoscimento e ringraziamento: perché l’amore che dà, insieme a Gianluigi, invisibile ma sempre presente compagno di viaggio, è infinito.

“Pensa che dopo quelle prime semplici parole Gianluigi mi ha aiutata a scrivere un libro che si intitola Il cielo mi aspettava. È un libro che può dare suggerimenti, spunti di riflessione o risposte non solo a chi perde un figlio o una persona cara. I messaggi che contiene sono infatti per tutti, per aiutarci a comprendere che tutto quello che ci succede è lì apposta per noi, è esperienza, ed è frutto di un disegno divino, per portarci ad intraprendere quel cammino spirituale che trova Senso nell’amore. Sai, tanta gente mi dice che non sa più pregare: ma tutte le volte che dai amore, anche quella è preghiera”.

La vita di Annamaria è costellata ogni giorno, ormai da anni, di nuovi incontri: e il libro è diventato un mezzo per raggiungere le persone che hanno bisogno di credere, di sperare, di amare. “Ho aiutato tantissime persone ad attraversare il dolore. Quando sei nel dolore, nel lutto, non sai dove sbattere la testa. Io posso permettermi di dirlo perché è quello che mi è successo. Per questo mi do con tutta me stessa, perché so quanto sia importante diventare una stampella per chi, affranto dal dolore, ha bisogno di un sostegno per non cadere, per non abbattersi, per non lasciarsi andare. Vedi Sara, la cosa più importante è muoversi, non restare fermi nel dolore. Altrimenti quel dolore diventa insopportabile. Ogni volta che succede qualcosa di difficile e doloroso nella vita, ho imparato a chiedermi: cosa devo imparare? Così qualsiasi circostanza diventa opportunità, e dono. E poi c’è tanta solitudine sai? Le persone che soffrono spesso sono sole, e temono di chiedere aiuto. A loro dico: non abbiate paura di chiedere”.

Annamaria quindi mi racconta di alcuni degli incontri che Gianluigi, attraverso il libro, le ha permesso di fare. La sua voce è rotta dall’emozione mentre mi parla della mamma di un ragazzino tetraplegico che non parla ma che, quando la mamma gli legge il libro di Gianluigi, le fa comprendere con gli occhi che ne capisce ogni singola parola: i suoi occhi infatti in quei momenti si riempiono di luce e d’amore. “Sai quella mamma che vive in funzione dei bisogni del figlio, proprio grazie a Gianluigi ha capito che non deve più avere paura della sua morte, perché ha capito che subito dopo questa vita terrena, si passa nell’Oltre, e lì ci si ritrova: e sono proprio i nostri cari le prime persone che rincontreremo, in veste diversa, ma li riconosceremo perché ci verranno incontro”.

Gianluigi aveva e ha molti amici che sono rimasti molto legati ad Annamaria, tant’è che ogni anno, nel giorno del compleanno in cielo di Giano (così lo chiamano) si ritrovano per una grande festa tutti insieme tra ricordi, aneddoti e racconti di quei suoi 22 anni che aveva vissuto con estrema intensità, sensibilità, dedizione e amore.
“Oggi Sara credo nella vita che è un susseguirsi di vite, non ho più paura della morte. Pensa che di medianità io non sapevo proprio nulla, se non quello che avevo visto sul film Ghost. Grazie a mio figlio ho cambiato atteggiamento nei confronti della vita, delle persone, delle cose, e soprattutto mi sono aperta alla conoscenza. Il mio cambiamento è stato radicale: oggi do valore a tutto quello che faccio. Tutti i punti interrogativi che aveva la mia fede hanno trovato risposta. Gianluigi mi da ogni giorno prova della sua presenza: perciò quello che voglio dire a chi soffre per la perdita di un proprio caro è Non avere paura: se rimani nella paura non andrai da nessuna parte. Se invece sei aperto all’ascolto, allora tutto si manifesterà”.

Annamaria è attualmente impegnata nella scrittura di un secondo libro: “Gianluigi vuole che scriva la sua autobiografia raccontando di quello che ha vissuto da quando è nato ad oggi che è nell’Oltre; divulgare le sue parole, che sono testimonianza di amore e della vita che non finisce mai, è quanto continuerò a fare ogni giorno, perché solo così realizzo il mio compito”.
Chi volesse ordinare il libro Il cielo mi aspettava, può contattare Annamaria su Messenger: sarà ben lieta di inviare una copia con messaggio dedicato, e devolverà l’intera somma in beneficenza.

Grazie mamma Annamaria. Grazie di cuore da una mamma in cielo come te.

A cura di Sara Patron – Foto Redazione

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

1 commento

  1. Buongiorno, conosco Annamaria, e’ una persona speciale, chiunque la incontrera” sul suo percorso terreno sarà come ricevere un grande regalo.

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