Pierre-Auguste Cancoillotte era un facteur de La Poste, il principale operatore postale di Francia, ed operava nella quiete del piccolo villaggio di Saint-Sévère-sur-Indre, situato nel Centro Valle della Loira, luogo entrato nella storia del cinema per essere stata la location del primo lungometraggio di Jacques Tatì, Jour de fête.

Era iscritto al Parti Communiste Français sin dall’età di dieci anni, quando il padre, fabbro ferraio, gli regalò la prima tessera facendogliela trovare nell’uovo di Pasqua. A cinquant’anni, dopo oltre trent’anni di onorata carriera, monsieur Cancoillotte fu licenziato,  dal responsabile della sede centrale, per aver vendutoai cittadini, a cui portava quotidianamente la posta, durante l’orario di servizio, i libri che scriveva nel tempo libero.  

La reazione del compagno Pierre fu devastante, come se fosse stato colpito al plesso solare da un uppercut scagliato da una guardia falsa di duecentocinquanta libbre. Dopo qualche tempo si trasferì a Parigi in cerca di fortuna, sperando di poter trovare una casa editrice per i romanzi che, finora, si era auto-pubblicato.

Scagliò una freccetta sulla pianta di Parigi e il fato volle che la sua destinazione fosse il quartiere di Belleville e Ménilmontant, nel XX° Arrondissement, un quartiere giovane, alternativo, popolare, multietnico e in continua evoluzione.  Qui, al tavolo del cafè AuxFolies, fece amicizia con Olivier Distèl detto Bébel per la straordinaria somiglianza con l’eroe dai mille volti, un artista di Street Art, il quale si presentò come amico di vecchia data di grandi nomi quali Invader, Jérôme Mesnager, Ender, Mosko, Anis.

I due, dopo sei giri di Beaujolais, entrarono in confidenza e al mattino dopo, Bébel pensò giustamente di coinvolgerlo in un progetto che lui stesso curava nel tempo libero. Lo accompagnò in una piazzetta un po’ nascosta dall’area centriola, e gli mostrò la sede della centrale operativa, un vecchio kiosque à journuax completamente restaurato e trasformato in Conciergerie sociale.

Bebél le concierge, gli fece una proposta talmente strampalata da essere presa, istintivamente, in considerazione. In pratica lo coinvolse in qualità di autore di curricula creativi, spesso romanzati, creati su misura in base alle caratteristiche psico-fisiche dell’interessato. Il prezzo era popolare, cinque euro per la versione base, dieci per quella più elaborata. Il successo fu tale da ricevere continue richieste di collaborazione fissa e ben retribuita anche da diverse testate digitali.

Proseguì per un paio d’anni ad occuparsi del suo ruolo di auteur de CV créatifs  fino a quando non avvenne il fatale incontro, un pomeriggio di un giorno da gatti, Pierre divideva la sua casa e, di conseguenza, il suo letto, con cinque soriani ai quali diede il nome di un noto gruppo musicale pop e di rock demenziale, Les Charlot. AlizéeDemongeot entrò nella sua vita come una folata di vento tropicale alla velocità di diciotto nodi.

Si presentò con una cartamoneta da dieci euro e una proposta indecente: la creazione del curriculum perfetto per conquistare l’anima gemella. Pierre compilò, in men che non si dica, il curriculum e glielo spedì a casa con posta lenta, poi la chiamò al telefono e gli diede appuntamento al cafè AuxFolies.

A quell’appuntamento, purtroppo Pierre non arrivò mai, la sua vita si fermò quando fu travolto dal furgoncino di una lavanderia, stessa fine che quarant’anni prima toccò a Roland Barthes, a due passi dal luogo dell’incontro. Quando Alizée ricevette il curriculum, aprendo la busta, vi trovò un disegno del suo volto che evidenziava il suo sorriso e una frase a fondo pagina: 

Amor mio, nell’ora

più oscura sgrana

il tuo sorriso, e se d’improvviso

vedi che il mio sangue macchia

le pietre della strada,

ridi, perché il tuo riso

sarà per le mie mani

come una spada fresca

(Il tuo sorriso, Pablo Neruda).

A cura di Marco Benazzi – Foto Repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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