In Israele, così come in tutto il resto del Mondo, quest’anno il Natale avrà delle regole precise a cui inevitabilmente anche il turismo religioso dovrà adattarsi. E molto probabilmente, pur non essendo ancora state definite le nuove linee guida nazionali e internazionali, sarà impensabile che a Betlemme e Gerusalemme arrivi lo stesso flusso di fedeli che arrivava negli anni scorsi.

L’ultimo dato disponibile riferito agli ingressi turistici in Israele, riferito al 2019, parla di 4 milioni e mezzo di persone: di queste, il 55% hanno dichiarato di entrare nel Paese per motivi religiosi, e il 24% per compiere un vero e proprio pellegrinaggio. Tanti sono infatti i Cristiani che qui arrivano per vedere e vivere i luoghi in cui è nato e vissuto Gesù, e mettere piede su quelle terre raccontate dalla Bibbia e dai Vangeli: Nazareth, il luogo dell’Annunciazione in Galilea, terra delimitata dal fiume Giordano in cui le strade sterrate si confondono tra secolari ulivi, le rocce del deserto in lontananza; Gerusalemme, che con la sua pietra pregna di storia e i suoi paesaggi secolari ha ispirato l’arte in tutte le sue forme; e poi ancora il Lago di Tiberiade, il Monte Tabor, il Santo Sepolcro, il Monte Sinai, il Getsmani, la Via Dolorosa, i luoghi della flagellazione e Betlemme, dove secondo la testimonianza dei Vangeli nacque Gesù.

La Terra Santa, espressione massima ed inimitabile di storia, archeologia, cultura, religione e antiche tradizioni, permette ai cristiani di ritrovare se stessi attraverso la conoscenza delle proprie radici. In questa Terra il silenzio è incanto; molti fedeli stanchi dalle annose guerre intestine innalzano inni invocando pace e fratellanza; le anime disperse chiedono di ritrovare la strada, e in essa la fiducia; i cuori più puri amano anche per chi, l’amore, non l’ha mai potuto conoscere o l’ha dimenticato. Ed è proprio qui, non in Terra Santa bensì nel cuore di ognuno di noi, che il Natale si può compiere, tutto l’anno. Si può compiere nella fede, che è fiducia incondizionata nella vita, e che porta con sé, inevitabilmente, la speranza. Quella di un mondo migliore, a cui tutti siamo chiamati a contribuire.

A cura di Sarà Patron – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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