In Gran Bretagna le sorprese non finiscono mai. Questa volta è la politica inglese ad aver ricevuto un grosso colpo: Boris Johnson, il leader della Brexit e il candidato numero uno a Downing Street è stato scaricato da Michael Gove, ministro della Giustizia, capofila della pattuglia del Brexiteers nel governo del dimissionario David Cameron.

Un taglio netto e del tutto inaspettato. “Sono giunto con riluttanza alla conclusione che Boris non ha la capacità di leadership o di costruire la squadra necessaria per i compiti che ci si presentano” ha detto Gove. Per questo “ho deciso di avanzare la mia candidatura per la leadership” del partito di governo, ha affermato ancora il ministro della Giustizia, dopo aver smentito questa intenzione innumerevoli volte nei giorni scorsi.

Ora la candidata forte per la leadership britannica è Theresa May, ministra degli Interni, la “nuova Margaret Thatcher”. Euroscettica per convinzione, ma schierata per il Remain con Cameron, ha deciso di presentare la propria candidatura, sottolineando che non si torna più indietro: “Brexit vuol dire Brexit. La campagna è stata combattuta, il voto si è tenuto, l’affluenza è stata elevata e l’opinione pubblica ha fornito il suo verdetto” ha detto. May ha promesso “una leadership che possa unire il nostro partito e il nostro Paese” in una “fase di incertezza” e ha escluso un voto anticipato.

Al momento la nuova Thatcher è la favorita nei sondaggi: 31% dei favori degli elettori conservatori, contro il 24% di Johnson.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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