Salvataggio

Scusate il ritardo. Dopo una lunga pausa, durata ben quattro mesi, ritorno a scrivere per ilpopolano.com. In questi quattro mesi, sono accadute molte cose. Ma in questo mio editoriale, vorrei parlare della mia esperienza estiva. Vorrei spiegarvi, appunto, il perché di questo mio stop estivo. Come molti under 30, che non riescono, ancora, ad entrare nel mondo del lavoro, l’ unica speranza rimane la cosiddetta ‘stagione’. Che cos’ è la stagione? Dalle nostre parti (io vengo da Cattolica sulla riviera romagnola), la stagione è la panacea di tutti i mali per giovani e meno giovani. Quattro mesi di lavoro duro che permettono di guadagnare qualche soldo. Anche io, quest’ anno, come migliaia di miei coetanei e non solo, mi sono messo in gioco e ho intrapreso un viaggio lungo e parecchio tortuoso. La mia ‘stagione è iniziata a fine maggio ed è finita solamente qualche giorno fa. Sono stato assunto come portiere notturno in un albergo a pochi passi da casa mia. Conoscevo, da quando ero bambino, i proprietari di questo hotel e quindi mi sono subito trovato bene con loro. Colgo l’ occasione per ringraziarli di tutto quello che hanno fatto per me in questo arco di tempo. Ma tornando al mio lavoro, le ore sono state tante e lavorare di notte non è stato affatto facile. Mi sono dovuto abituare a dormire di giorno e a mangiare poco, per non appesantirmi troppo. Scambiare il giorno con la notte è stata una vera impresa per me. Mi sembrava di essere diventato una specie di vampiro, ma alla fine il vampiro che era chiuso dentro di me, è uscito fuori. Quando hai bisogno di lavorare e le possibilità sono poche, bisogna tirarsi su le maniche e pedalare a testa bassa, prendendo qualsiasi treno ti passi accanto. I giovani d’ oggi questo non lo capiscono e spesso si lamentano di troppe cose. Comunque, in questo periodo mi è capitato di conoscere un sacco di persone. Tutte diverse, ma anche uguali per tanti aspetti. Con molti clienti dell’ hotel ho instaurato un bel rapporto. Nelle mie lunghe e infinite nottate, ho avuto il piacere di parlarci, di numerosi argomenti.

Il più gettonato tra i temi che abbiamo trattato, è stato quello della crisi economica e del lavoro che sta diventando, sempre di più, una chimera. Queste persone mi hanno raccontato la loro vita e tutto quello che hanno dovuto affrontare per arrivare a costruire una famiglia. Anche io mi sono voluto aprire con loro, raccontandogli tutti i miei sogni e le mie speranze. Sogno di potermi permettere una casa e di andarci a vivere con la mia ragazza, e spero di trovare un lavoro che mi permetta, finalmente, di farlo. Sentendo parlare questi clienti, (che erano, spesso, molto più grandi di me), mi sono reso conto di come i tempi siano cambiati in maniera radicale. Un tempo, un lavoro, una famiglia, una casa erano fondamentali per vivere appieno la vita. Ora, invece, bisogna accontentarsi di sopravvivere e non si possono più fare progetti a lungo termine. Tutti questi padri, madri di famiglia, che si trovavano a Cattolica per le vacanze, dopo un anno di fatiche, mi hanno detto di non mollare e continuare a prendere il meglio di ogni esperienza lavorativa e non. Crescere significa non dover mai dire: mi arrendo. Se, veramente, vogliamo qualcosa, dobbiamo impegnarci al massimo, mettendo da parte, se è necessario, anche il nostro orgoglio. Ho fatto diversi lavori nella mia vita e so bene cosa vuol dire l’ impegno e il sacrificio. Sono sicuro che riuscirò a trovare un lavoro che mi permetta di mantenere me, la mia compagna e di costruirmi una famiglia. Bisogna avere fiducia in se stessi e negli altri. Anche se, ora come ora, non è semplice, dobbiamo sperare in un futuro migliore. Io riparto da qui, da un’ estate di lavoro intenso e voi? Quando sarete pronti a rimettervi in gioco?

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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