Dopo la visione di una serie di partite combattute ma a cui il gioco del calcio non era stato invitato, Torino-Roma mi pareva adatta per “riconciliarmi” con quello che è da sempre il mio sport preferito; giallorossi reduci da alcuni incontri ben giocati e granata nuovamente con Belotti in campo, per due formazioni che fanno dell’attacco oltre che il rispettivo reparto migliore, anche una filosofia di gioco.

Insieme alla partita c’erano da fare gli auguri ad un Campione che martedi 27 compie 40 anni: Francesco TOTTI, uno che in 23 anni di Serie A, Nazionale e Coppe varie, è spesso valso da solo il prezzo del biglietto; oggi Francesco può essere il di più, così come il limite della Roma (nel senso della libertà di scelta di Spalletti), ma il poterlo vedere, magari per l’ultima volta, in campo ritengo non sia mai “solo” affrontare un avversario.

Mi aspettavo di vedere una Roma lanciata sulle tracce di Juventus e Napoli, una formazione sotto pressione per le vittorie altrui, ma anche determinata a non perdere il treno; i tanti campioni in maglia giallorossa hanno già malamente fallito il preliminare di Champions e, pur se all’inizio, perdere terreno in Campionato potrebbe ampliare il malumore sempre strisciante nel surriscaldato ambiente giallorosso.

Già, mi aspettavo di vedere la Roma ed invece ho visto il Torino, anzi, il Toro! A fine primo tempo, chiacchierando con colleghi e tifosi, mi sono chiesto quale fosse il Torino vero tra quello scintillante che avevo sotto gli occhi e la copia brutta e sbiadita della gara contro l’Empoli, e mi mancava ancora un tempo, in cui però mi attendevo anche ben altra Roma.
E sì, perché i giallorossi avevano iniziato bene, con Dzeko fermato da Hart e Nainggolan autore di un gran tiro di poco fuori; il Torino però aveva reagito subito e dopo otto minuti era andato in vantaggio con un gran colpo di testa del “Gallo” Belotti, dopo una bella azione corale. Non si fermavano i granata, anche se la Roma reagiva con la potenza del suo centrocampo ed un Salah cui però, dopo una mezz’ora di sofferenza, il giovane Barreca prendeva le misure.
La Roma faceva possesso palla, ma ogni volta che i granata attaccavano erano problemi, dato che prima era il palo a fermare Iago Falque e poi ci metteva un paio di pezze importantissime il portiere Szczesny (ma cercare uno con un nome “potabile”?) ancora sull’ex Falque e su Belotti; in avanti la Roma creava qualche pericolo ad Hart, ma Dzeko non aveva la mira di Buffalo Bill ed i compagni non sempre riuscivano a superare gli attenti difensori granata.

Iniziava la ripresa e Totti subentrava ad un De Rossi ormai lontano anni luce dal “Capitan Futuro” che fu e pure ammonito da un Tagliavento abbastanza attento in ogni frangente; il canovaccio non cambiava, anche se con Francesco in campo i compagni sembravano avere un indispensabile punto di riferimento in più.
Roma avanti e Torino pronto a rubare palla e ribaltare l’azione, come quando Belotti fuggiva sulla destra, entrava in area e Peres non trovava di meglio che buttarlo giù; rigore e Falque batteva con un pallone piazzatissimo il portiere giallorosso: 2-0 Toro, roba da non crederci.
La Roma però non era morta ed un’ingenuità di De Silvestri su Perotti la rimetteva in corsa, visto che sul conseguente rigore Totti segnava il gol numero 250 in Serie A e riapriva la partita, quando c’erano ancora trentacinque minuti da giocare, oltre al recupero.

Solito canovaccio, ma il Toro non mollava, anzi, segnava addirittura il 3-1 ancora con Falque e deviazione di Fazio, oltre a sfiorare in almeno altre tre occasioni la segnatura, mentre la Roma poco a poco si spegneva con tutti i fenomeni ben controllati ed il solito Dzeko che sprecava il poco costruito.
Ci si aspettava la Roma ed è spuntato il Toro, mentre Spalletti non capisce gli alti e bassi dei suoi (ma non è lui che li allena? O va a giocare a tresette al Testaccio e manda il sosia sul campo di Trigoria?) e Mihajlovic ha finalmente visto la squadra che vuole, anche se qualche pedina (Baselli soprattutto) non da ancora quanto potrebbe.

Gli Auguri a Totti sono dovuti, insieme ad un grazie per quello che ci ha fatto vedere in tanti anni di calcio, così come va fatto un applauso al Toro e data una grossa tirata d’orecchie alla Roma ed al suo allenatore; domani è un altro giorno e si ricomincia con le solite chiacchiere settimanali e ci sono le Coppe ad attenerci, mentre a Roma smoccolano e a Torino si festeggia per una bella e probabilmente insperata vittoria.

A cura di Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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