A seguito di accurate indagini, sembra che anche la Renault potrebbe aver barato sulle emissioni diesel come nel famoso caso Volkswagen. Naturalmente la prima reazione è arrivata dai mercati, che hanno visto il titolo della casa automobilistica crollare a picco nei principali listini continentali.

Il sindacato Cgt ha reso noto che gli agenti della divisione anti frode della polizia francese hanno effettuato una serie di perquisizioni in alcuni impianti produttivi della Renault e l’ipotesi investigativa portata avanti è che anche alcuni motori diesel Renault siano equipaggiati con un software che consenta di eludere i controlli sulle emissioni.

Le forze dell’ordine, ha aggiunto il sindacato, hanno sequestrato numerosi personal computer ai dirigenti.

Intanto, il ministro dell’Ambiente francese, Sègoléne Royal, ha cercato di limitare i danni, affermando: “La frode non esiste. Gli azionisti e i dipendenti possono stare tranquilli”. Nella vicenda Renault è stato osservato “uno sforamento delle norme” sul CO2 e l’ossido di azoto ma “nessuna frode”, ha detto il ministro. Le analisi condotte sui motori Renault e di altri due costruttori stranieri non hanno rivelato alcuna presenza di un “software illegale” per truccare le emissioni.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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