Ricordo ancora quando, alle elementari, la maestra ci fece disegnare sul quadernone di geografia il Piemonte: “prendete le matite colorate, useremo il verde, il marrone, il bianco e il grigio”, ci disse “perché questa regione è caratterizzata da rilievi montuosi, dolci colline e da un’ampia pianura, oltre che da moltissime industrie”.

Con un territorio che si estende per circa 25mila metri quadrati, il Piemonte è abitato da circa 4 milioni e mezzo di persone, di cui circa un quarto vivono nella splendida e ricca Torino, città capoluogo. Qui a partire dagli anni ’60 arrivarono moltissimo immigrati, specie dal sud Italia, che trovarono impiego nell’industria automobilistica; nonostante le numerose bellezze artistiche che la città offre, per anni è stata considerata una città grigia, quasi esclusivamente industriale: è stato grazie alle Olimpiadi Invernali del 2006 che Torino è stata rilanciata e apprezzata sia per la variegata offerta culturale (ospita musei unici al mondo tra cui il Museo Egizio, eventi internazionali e importanti fiere tra cui quella del libro) sia per l’importante riconversione che ha interessato molte strutture che da tempo erano abbandonate (come ex officine e fabbriche che sono diventati hotel e preziosi contenitori di arte contemporanea), sia per l’importante collegamento infrastrutturale realizzato tra la linea metropolitana e quella dell’Alta Velocità.

Grazie soprattutto a Torino, l’intera regione diventò, nei primi anni del 1900, la seconda in Italia per industrializzazione: e se Fiat, Olivetti, Lavazza e Ferrero sono stati i motori della grande industria, anche la piccola, ma non per questo meno importante, industria – fatta di quella piccola imprenditorialità contadina che dà onore ad un popolo, ha contribuito a far rinascere e crescere questa regione in modo particolare dopo le importanti ripercussioni subite durante la Seconda Guerra Mondiale.

Appena fuori dalle aree industriali, trovarono e trovano tuttora spazio le produzioni agricole che offrono e posizionano moltissimi prodotti enogastronomici nel Made in Italy, in primis il riso: era l’anno Mille quando i monaci cistercensi (e anche qui la maestra delle elementari ci fece una “testa tanta”) piantarono la prima piantina di riso nel vercellese; negli anni i territori vennero adibiti a risaie e ancora oggi, il riso, è uno degli ingredienti più importanti della cucina tradizionale; spesso abbinato ai formaggi, prodotti in grande quantità nelle pianure e negli alpeggi, tra cui spiccano senz’altro il Castelmagno, le Tome e le Robiole.

Molte sono inoltre le strade e gli itinerari dedicati al vino: Barolo, Nebbiolo, Barbaresco, Fresia d’Asti, Dolcetto, Gattinara, Gavi, Barbera e spumanti solo per citarne alcuni. Un’intera zona, quella di Alba, è dedicata ad una specialità apprezzata in tutto il mondo: il tartufo; l’Alta Langa invece è la casa delle nocciole; il Roero quella del miele. Dulcis in fundo il cioccolato, specialità di tutta la regione, prodotto non solo a livello industriale ma anche e soprattutto artigianalmente in botteghe dedicate.

Storia, radici e cultura del Piemonte trovano la loro sintesi perfetta nei castelli, presenti in tutto il territorio, e nelle Residenze Sabaude, riconosciute Patrimonio dell’Umanità, tra cui la Reggia di Venaria e il Castello di Rivoli, Moncalieri, Stupinigi, Aglié e Racconigi – sui cui comignoli le cicogne costruiscono meravigliosi e suggestivi nidi. Patrimonio Unesco sono anche i Sacri Monti coi loro Santuari Gerosolimitani, luoghi di pellegrinaggio fin dal Quattrocento e tuttora luoghi di culto molto visitati.

Per gli amanti delle terme, numerose sono le fonti presenti in Piemonte tra cui la più importante è sicuramente Acqui Terme; non solo acque termali, ma anche acqua di Lago, quella del Lago Maggiore nello specifico, con le sue Isole Borromee, Lago d’Orta, Lago di Mergozzo, i Laghi del Monviso e molti altri.
Per chi ama scoprire le peculiarità di ogni regione, quelle caratteristiche che la rendono unica ed irripetibile, ecco infine alcune tra le curiosità del Piemonte:
a Vercelli è custodito il più antico manoscritto conosciuto in lingua inglese e consultato da studiosi di tutto il mondo, il Codex Vercellensis Evanegliorum, (l’Evangelario di Sant’Eusebio) risalente al IV Secolo;

in Piemonte si trovano i Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino;
c’è una chiesa che si sposta: è la Chiesa della Gran Madre di Dio che, situata sulle sponde del Po, è soggetta a piccoli ma continui slittamenti con conseguenti piccole fratture sull’edificio; nelle Langhe si trova la Cappella del Barolo, la chiesa più colorata d’Italia;
vicino a Biella si trova la Riserva Naturale delle Baragge, ribattezzata “savana del biellese”;
nel 1933 Bialetti inventò, nella sua officina di Crusinallo, la moka;
tra le invenzioni gastronomiche piemontesi: i grissini, i tramezzini e i gianduiotti.

A cura di Sara Patron – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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