Liz Truss, 47 anni, titolare degli Esteri in carica, è la nuova leader del Partito Conservatore britannico e, da domani, automaticamente anche primo ministro con l’investitura da parte della regina. Durante il primo dibattito sulla leadership dei Tory, aveva indossato una camicetta bianca con fiocco e un blazer scuro che assomigliava esattamente all’abito della Thatcher in una trasmissione elettorale del 1979. Oggi in rigoroso tailleur viola. Insomma, nulla lasciato al caso.

Nel suo discorso dopo la sua vittoria alle primarie dei Tory ha ringraziato così il premier uscente Boris Johnson:Boris, hai fatto la Brexit, hai schiacciato Jeremy Corbyn, hai messo in atto il vaccino e ti sei opposto a Vladimir Putin“.

Fedele finora a Johnson, ma meno coinvolta in controversie personali, Truss ha faticato ad arrivare al ballottaggio nel corso degli scrutini preliminari condotti inizialmente fra i deputati conservatori per scremare una decina di pretendenti. Ed è rimasta in quella fase dietro il 42enne Sunak, di origini familiari indiane, la cui ascesa a Downing Street avrebbe rappresentato il primo caso di un premier britannico proveniente da una minoranza etnica dell’ex impero.

Ma lo ha poi scavalcato nettamente nel duello finale affidato al voto postale della base militante dei circa 200.000 iscritti al partito: corteggiati con un programma a tutta destra che – almeno sulla carta – promette tagli di tasse a pioggia e slogan thatcheriani contro la redistribuzione delle ricchezze in politica economica a dispetto di crisi e inflazione; mentre conferma la linea dura johnsoniana (con toni ancora meno diplomatici) sia contro la Russia di Vladimir Putin in Ucraina sia in qualche misura nella sfida all’Ue su dopo Brexit e Irlanda del Nord. È la terza premier donna in pectore del Regno Unito, tutt’altro che popolare per ora nel più vasto elettorato del Paese in tempi di crisi economica.

Nata il 26 luglio 1975 in una famiglia di estrema sinistra, ha poi virato a destra, prima nel Partito Liberaldemocratico, poi nei Tory, con i quali è diventata deputata nel 2010. Dal 2012 ha ricoperto diversi incarichi ministeriali (Istruzione, Ambiente, Giustizia e Segretario Generale del Tesoro). Ha votato contro la Brexit nel referendum del 2016; ma poi ne è diventata uno dei suoi più convinti sostenitori, negoziando e annunciando i nuovi accordi di libero scambio. Nominata nel 2021 a capo della diplomazia, è stata intransigente con l’Unione Europea nei confronti dell’Irlanda del Nord e, insieme a Boris Johnson, è stata durissima con la Russia dopo l’invasione dell’Ucraina. Vuole essere la vera erede di Maggie: per Truss, Thatcher è un’icona perché “ha trasformato” il Paese in un momento difficile.

Quando le fu chiesto un suo difetto, aveva risposto senza esitazione: “Penso di essere un po’ implacabile”. Ecco chi è la nuova ‘Iron Lady’ Liz Truss, la terza donna a installarsi a Downing Street, dopo Margaret Thatcher e Theresa May.

Boris Johnson ha invitato tutto il Partito Conservatore a riunirsi adesso “al 100% dietro di lei. So che ha il piano giusto per affrontare la crisi del caro vita, per riunificare il partito e per continuare nel grande lavoro per il levelling up (il superamento delle diseguaglianze) nei territori del nostro Paese”, ha scritto il leader uscente.

Su Twitter la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen in un messaggio di congratulazioni ha scritto: “La Ue e il Regno Unito sono partner. Affrontiamo insieme molte sfide, dal cambiamento climatico all’invasione russa dell’Ucraina. Attendo con impazienza un rapporto costruttivo, nel pieno rispetto dei nostri accordi”.

A cura di Stefano Severini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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