Sono dati che non si vorrebbero leggere nel 2016 eppure, ancora oggi, le persone ridotte in schiavitu’ nel mondo sono 45,8 milioni. A tracciare il quadro e fornire le cifre del fenomeno è stato il Global Slavery Index.

Le cosiddette vittime della “schiavitù moderna” sono obbligate a lavorare senza percepire alcun salario o vengono vendute per essere sfruttate sessualmente; per non parlare poi dei bambini, obbligati a lavorare fin dalla più tenera età o istruiti per combattere sui campi di battaglia.

Nel 2014 il numero di schiavi nel mondo era di 35,8 milioni.

L’associazione per i diritti umani con sede in Australia, Walk Free Foundation, ha comunicato che la percentuale più alta di persone ridotte in schiavitù è stata registrata in India, dove sono 18,3 milioni gli esseri umani costretti a fare i lavoranti domestici, a svolgere lavori manuali, mendicare, essere sfruttati sessualmente, a fare i bambini soldato.

I 18,3 milioni corrispondono all’1,4 % della popolazione del paese, un tasso che fa risultare l’India al quarto posto nella lista di quelli che hanno più alte percentuali di schiavi rispetto alla popolazione.

La terribile classifica pone in cima, in termini assoluti, proprio l’India, dove 18,35 milioni di persone vivono in stato di schiavitù, seguita da Cina (3,39 milioni), Pakistan (2,13 milioni), Bangladesh (1,53 milioni) e Uzbekistan (1,23 milioni). Insieme, questi cinque Paesi rappresentano quasi il 58% della popolazione schiavizzata mondiale: 26,6 milioni di persone.

Invece, in termini relativi, cioè in rapporto alla popolazione, il Paese che risulta avere un’incidenza maggiore di schiavi è la Corea del Nord, con il 4,37%.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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