Per la prima volta quest’anno, dal mese di novembre, viene esposta al pubblico nella città di Vicenza, la “Potnia Theron”, la signora degli animali, grazie al CRT (Gruppo Archeologico di Vicenza – Centro Ricerche Territorio), che ha restituito all’omonima città un rilevante pezzo di storia.
Il CRT infatti, visto l’importanza del ritrovamento nel 1965, ha omaggiato il Museo Archeologico di Vicenza della teca di vetro che custodirà la Potnia Theron, la quale permetterà non solo ai vicentini, ma anche a coloro che apprezzeranno il valore di tale ritrovamento, di poter ammirare la bellezza e l’energia di questa divinità.

La prima esposizione della Dea che, probabilmente, era parte di decoro di un edificio sacro, è avvenuta lo scorso 27 novembre, nei due giorni di convegno organizzati dal CRT in città.

Il tema “Dialogo intorno alla donna tra passato e presente” ha riunito studiosi e docenti universitari, oltre a referenti di musei che hanno discusso riguardo la condizione femminile nell’antichità e nella società moderna.

Il progetto è il prosieguo dell’intervento effettuato dall’archeologa Maria Teresa Canivet (famosa per la scoperta della pietra con il nome di Ponzio Pilato), la quale contribuì nel 1965 a ricavare un saggio sul ritrovamento della divinità da parte di Andrea Testa.
Egli racconta infatti che era ragazzino quando trovò il reperto della Potnia theron scomposto in vari pezzi, e che fu un’emozione grandissima aver avuto la possibilità di stringere tra le mani la “Dea”, entrando in una sorta di stato ipnotico e comunicativo con essa.

Dopo qualche giorno sentì che il valore del ritrovamento era talmente grande da non poterne beneficiare solo lui ma di doverlo condividere con gli altri, donandola così al Museo Archeologico di Vicenza.
Testa, di professione orafo e appassionato di archeologia fin da ragazzino, interesse che coltiva tuttora, era solito portare ogni ritrovamento al Museo, fornendo negli anni un valido contributo alla storia della città stessa.

Egli ha firmato quattro capitoli del libro divulgatico “Vicenza romana” uscito nel 2021, dove vengono curati i ritrovamenti di frammenti di vasi e canalette d’acqua, tubi che probabilmente sono riconducibili all’acquedotto romano che arrivava dalla località Lobia a qualche chilometro dalla città.
Il ritrovamento della Potnia fu confermato dalla sopramenzionata Canivet che datò i reperti della zona all’età del bronzo e del tempio appartenuto alla Potnia Theron tra il primo secolo a.C. e i primi decenni del primo secolo d.C.
Vediamo ora nei particolari chi è la signora degli animali: è una rappresentazione in una lastra decorativa in terracotta che chiudeva le testate delle tegole sulla sommità dei templi.

L’antefissa originariamente dipinta, rappresentava una divinità femminile con un chitone allacciato da una cintura.
La Dea, della quale purtoppo non si è ritrovata la testa, è rappresentata con le ali spiegate rivolte verso chi la guarda, stringendo tra le mani le criniere di due leoni; secondo gli studiosi la Potnia theron aveva il potere di rendere i leoni feroci o docili.
Incontrastata Dea dei popoli mediterranei, derivante dal culto preistorico della Grande Madre e del concetto agricolo-materno del femminino Sacro, è riconducibile all’Artemide greca e a Diana romana.
Nel bacino veneto, il culto romano della Potnia theron-Diana ci riporta a quello preesistente di Reitia, ovvero la signora della Natura e Natura essa stessa.

A cura di Barbara Comelato – Foto A. Testa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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