Dieci anni fa, il 20 ottobre 2011, il leader libico Muammar Gheddafi, che per 42 anni aveva governato il Paese con il pugno di ferro, venne catturato, torturato e ucciso dai ribelli del Consiglio nazionale di transizione (Cnt). Fu il brutale epilogo di una brutale dittatura che però non ha dato libertà e democrazia alla Libia, ma altre due guerre civili e un’instabilità che ancora perdura a poche centinaia di chilometri dalle coste italiane dove approdano centinaia di migliaia di migranti. Gheddafi fu catturato nei pressi di Sirte, sua zona d’origine, nel nord della Libia sull’omonimo golfo. Era stato localizzato già ad agosto, quando le forze ribelli stavano per conquistare Tripoli.

Il 20 ottobre 2011, vista l’inutilità degli sforzi per difendere Sirte nella quale si era asserragliato, tentò di fuggire nel deserto per continuare la resistenza dalle dune, ma il convoglio in cui viaggiava fu individuato da droni statunitensi e attaccato da aerei francesi. Ferito alle gambe e catturato vivo, fu picchiato a lungo per poi essere ucciso con un colpo di pistola alla testa e i suoi ultimi momenti di vita furono registrati in numerosi video.

A cura di Elisabetta Turci – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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