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Recentemente si è svolto un saggio di canto organizzato dalla signora Lucia Perrone, proprietaria della nota location “Nibiru” di Cavriago in provincia di Reggio Emilia, luogo ricco di eventi e frequentato da una clientela che ama degustare la piadina Dop accompagnata ai prodotti tipici della terra emiliana. Sotto un cielo stellato abbiamo incontrato un giovane di talento che ci ha lasciato molto sorpresi per la sua straordinaria somiglianza con un famoso tenore; una somiglianza sia a livello fisico sia di timbro vocale.

Saper cantare non è affatto facile. Saper cantare bene ed emozionare il pubblico è un talento che viene da dentro. L’ Italia è la patria del bel canto, lo è sempre stata ed è per questo che i cantanti italiani sono amati e invidiati da tutto il resto del mondo. A Borghetto Vara, in provincia di La Spezia, è nato un nuovo talento della musica italiana. Il suo nome? Jonathan Ferroni (classe 1987). La Val di Vara e i suoi monti hanno dato i natali a questo giovane cantante che si sta facendo conoscere al grande pubblico, grazie al suo emozionante e profondo timbro vocale. Cerchiamo di conoscere meglio Jonathan che, guardandolo bene, sembra proprio assomigliare a un grande tenore che ha fatto conoscere a tutto il mondo la lirica italiana.

Jonathan, ti ha mai detto nessuno che assomigli a Luciano Pavarotti? Canti anche come lui?

“Decisamente non canto come Pavarotti,ma sto provando qualche suo pezzo così, come mio divertimento personale”.

Quando hai scoperto l’amore per la musica?

“Il mio amore per la musica è nato nella prima adolescenza, ascoltando soprattutto rock ed heavy metal e tentando, pur senza successo, di imparare a suonare uno strumento. Ho provato tre volte con la chitarra, una con il piano e con la batteria,ma non ho avuto mai la costanza di andare avanti”.

Poi cosa è successo?

“Un anno fa, è sorto in me il desiderio di esprimermi con la voce. Inizialmente non ho pensato al canto, volevo solo educare la voce e prendere contatto con me stesso. Ma la vera svolta c’è stata quando ho incontrato Alessandra Farina, un’ insegnante di canto eccezionale che mi ha fatto appassionare, divertire e imparare un sacco di cose sul piano tecnico, in pochissimo tempo. Inizialmente non sapevo come muovermi e su quale repertorio puntare, poi con l’ aiuto di Alessandra ho individuato il mio range d’ azione vocale. Ho una voce tendenzialmente alta ed estesa, con una certa vena lirica della timbrica”.

Qual è il turo repertorio quindi?

“Per il momento mi sto dedicando alla musica italiana degli anni d’ oro, ad esempio brani di Ranieri, Battisti, Zucchero, qualcosa di Albano e sto provando un approccio con voci più liriche e quindi Bocelli che, comunque, comprende nel suo repertorio delle canzoni moderne, seppur con la sua tipica impostazione vocale. Per il momento i brani che canto hanno in comune l’ apertura vocale, ovvero sono canzoni che richiedono un certo volume e potenza di respirazione e interpretarli mi soddisfa enormemente, non lo nascondo”.

Più avanti invece? Ti piacerebbe sperimentare altri generi musicali?

“In futuro vorrei ampliare il mio repertorio al rock internazionale, cercando di ricalcare le difficili orme vocali di artisti come Freddy Mercury, Ronnie James e Bono Vox, tanto per citare solo alcuni. Comunque, adesso vorrei affinare brani italiani con cui esibirmi e intrattenere il pubblico in saggi e serate”.

Hai partecipato a qualche saggio o festival ultimamente?

“Poche settimane fa, mi sono esibito, per la prima volta in assoluto, in un saggio alla piadineria Nibiru di Reggio Emilia, organizzato dalla mia docente di canto. Ero molto emozionato, ma sono riuscito a mantenere il sangue freddo e sembra che la gente abbia apprezzato, e anche parecchio, la mia performance”.

Cosa vorresti diventare da grande? Qual è il tuo sogno?

“Non saprei, perché sono il tipo di persona che fa fatica a fissarsi su un lavoro. La mia passione è l’ artigianato e adoro imparare antichi mestieri. Penso che questa mia passione, un giorno, sfocerà nella didattica e insegnerò qualche mestiere di nicchia, chissà! Ma non mi dispiacerebbe fare lo showman un po’ sopra le righe, stile Andy Kaufman tanto per capirsi. Mi ci vedo, sono abbastanza matto! Ma il mio vero sogno è quello di mettere su famiglia, avere dei figli, perché mi sento molto portato per fare il padre. Mi piace, anche, viaggiare e visitare posti sconosciuti, da solo e con la donna che amo”.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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