Un anno difficile che ha richiesto ai dicasteri vaticani di ridurre le spese. Un anno in cui si è attinto in misura minore rispetto al passato dall’Obolo di San Pietro per sostenere il servizio dei dicasteri per la missione del Papa ma si sono aiutate maggiormente le Chiese nei Paesi più colpiti dalla pandemia.

È quanto emerge dal bilancio consolidato della Santa Sede, che padre Juan Antonio Guerrero Alves, prefetto della Segreteria per l’Economia presenta oggi.

Guerrero ricorda che “il deficit dell’anno scorso era di 11,1 milioni di euro e quello di quest’anno e’ di 66,3 milioni di euro”. Ma qui “presentiamo solo il bilancio della Santa Sede. C’è poi quello del Governatorato, quello dello Ior e quello di molte altre entità legate alla Santa Sede divario tipo e dimensione, tra cui ospedali, fondazioni,

il Fondo Pensione Vaticano, la Cassa di Assistenza Sanitaria, ecc. i cui obblighi e rischi riguardano la Santa Sede. Quando abbiamo presentato il bilancio dell’anno scorso, lo abbiamo inserito in questo contesto per avere una visione più generale”. “Se mettessimo insieme tutte le entità – continua -, il quadro sarebbe un po’ peggiore: il deficit attuariale del Fondo Pensioni pesa sulla Santa Sede per i prossimi 100 anni, cosi’ come il Fondo Sanitario ha il suo ‘deficit attuariale’. Gli enti della Santa Sede non hanno scopo di lucro. Molti tendono a essere in perdita perché forniscono servizi che non sono completamente finanziati.

C’e’ un lavoro importante da fare per migliorare la sostenibilità”

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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