In Danimarca, il governo conservatore, appoggiato dalle forze xenofobe, ha trovato un accordo con l’opposizione socialdemocratica per far passare in modo rapido in parlamento le modifiche alla legge sull’immigrazione, risalente al 1951.

Per fermare l’ondata di migranti, il Paese concederà accoglienza a chi è in fuga da guerre e persecuzioni in cambio del sequestro dei loro beni di valore: una sorta di “prelievo fiscale” per coprire le spese di soggiorno. Tale misura ha sollevato una pioggia di critiche dentro e fuori dalla Danimarca.

“Il governo, i socialdemocratici, il Partito del popolo danese, l’Alleanza liberale e il Partito popolare conservatore hanno raggiunto un accordo – si legge nella breve nota riportata da Ndtv – per modificare il disegno di legge sugli oggetti di valore”. Le modifiche concesse all’opposizione “attenuano” il progetto originario di modifica della legge sull’immigrazione presentato dal premier Lokke Rasmussen poco prima di Natale: ai richiedenti asilo potranno essere “confiscati” solo beni che valgano più di 10.000 corone danesi (circa 1.350 euro) e non, come prevedeva il progetto di legge di partenza, tutti i preziosi con l’esenzione delle fedi matrimoniali e di altri oggetti di valore affettivo.

Anche sui contanti cambiano le entità: l’accordo prevede che si possano portare fino a 10.000 corone rispetto alle 3.000 (circa 400 euro) dalla proposta originaria.

Il premier conservatore ha cercato anche di difendere il proprio operato come forma di difesa del welfare danese, la cui generosità, ha detto, spesso non viene colta dagli stranieri: “E’ in questo contesto che si deve capire che noi in Danimarca diciamo, prima che tu possa godere di quei benefici, che se hai ricchezze, devi sostenerti da solo”.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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