Fini sottrasse con “i complici di casa” notevoli risorse economiche destinate “per la buona battaglia”

C’è una casa a Montecarlo in Boulevard Princesse Charlotte. Era stata donata, come contributo “per la buona battaglia”, dalla Contessa Anna Maria Colleoni figlia di Guardino Colleoni, Conte e gerarca fascista, discendente del grande Bartolomeo Colleoni.

L’eredità della Contessa era molto ingente, oltre alla casa nella esclusiva Costa Azzurra, ne facevano parte altre case, magazzini, titoli obbligazionari, conti correnti: fino ad un patrimonio pari a 8 miliardi di vecchie lire. Si dice che la Contessa, in occasione dell’elezione di un consigliere di Alleanza Nazionale a Monterotondo, dove la nobildonna risiedeva, conobbe Gianfranco Fini e ne rimase folgorata. Così, decise di donare il suo patrimonio, alla sua morte, al Partito di Alleanza Nazionale. La Contessa morì il 12 giugno 1999.

A proposito della donazione, c’è una inchiesta giornalistica condotta da Gian Marco Chiocci,attuale Direttore di Rai Uno, che verrà poi ripresa da “Il Giornale” di Vittorio Feltri e da “Libero”, diretto da Maurizio Delpietro. Tutte le altre testate giornalistiche e segnatamente quelle di sinistra rimasero, non solo nel completo silenzio ma tentarono di fare credere che Chiocci avesse mentito. Però, con l’inchiesta di Chiocci si scoperse che la casa di Montecarlo risultava intestata a Giancarlo Tulliani cognato di Fini. Il quale l’aveva acquistata a 300.000 euro dopo che lo stesso e la sorella Elisabetta (compagna di Gianfranco Fini) avevano ricevuto sui loro conti 2,7 milioni in due tranche, da parte dell’imprenditore Corallo. Quest’ultimo aveva ottenuto la concessione per le slot machine in Italia ed avrebbe evaso centinaia di milioni al fisco per portarli all’estero.

Per quanto sopra, dopo una lunga e “sospettabile” attesa, la Procura di Roma alla fine indagò: trascorsero anni di ricerche ed infine ecco che arriva una richiesta della Procura che prevederebbe, per l’ex Missino 8 anni di reclusione , 9 anni per la sua compagna, 10 anni per il cognato e 5 per il suocero. Il prossimo 18 aprile si attende la prima sentenza.

Intanto,moltissimi Italiani sperano che giustizia possa essere fatta. Chi scrive ha conosciuto “ex ragazzi” che avevano indossato la divisa della Repubblica Sociale Italiana. Disiva per la quale molti furono uccisi, a fine guerra, dai partigiani comunisti ed altri in combattimenti con “i belli ciao” o gli anglo americani. Tanto che, Giorgio Almirante con altri pochi reduci, dopo una sconfitta subita con grande e riconosciuto onore, proprio nel nome di quei giovani avrebbero fondato il Movimento Sociale Italiano, poi Alleanza Nazionale. Partito brutalmente tradito dal Fini, che concordò, fra l’altro, la caduta di Berlusconi rendendosi complice del “comunista”, di un tempo e per sempre, chiamato Giorgio Napolitano!

Ma, tornado alla donazione della Contessa Colleoni si deve dire e, facilmente, tutti capiranno che Fini si appropriò, con i complici di casa, di risorse che dovevano aiutare famiglie di ragazzi ex missini e poi di Alleanza Nazionale in difficoltà economiche o vittime di note azioni nemiche dal color rosso!

A cura di Francesca Brugnettini – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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