In Arizona, vicino alla città di Page, vive uno dei Parchi Nazionali più fotografati degli Stati Uniti: è l’Antelope Canyon, un museo naturale a cielo aperto dalle architetture e sculture uniche ed irripetibili, create dal minuzioso e paziente lavoro di una squadra di operai eccezionali; un vero e proprio miracolo realizzato da Madre Natura e da suoi 4 figli: sorella acqua, fratello vento, sorella sabbia, fratello tempo.

Il suo nome deriva da pronghorn antelope, l’animale che abitava questi luoghi prima che diventassero una delle maggiori mete turistiche dell’Arizona; ma a rendergli perfettamente giustizia è il nome navajo usato per chiamare l’antelope, e che si può tradurre con “il luogo dove l’acqua scorre tra le rocce”, forse per il prezioso contributo dato proprio dall’acqua nella formazione di queste meravigliose installazioni, oppure a causa delle inondazioni improvvise (flash flood) causate dalle violente piogge che spesso colpiscono la zona, talvolta con scarso o nullo preavviso.

L’Antelope Canyon è costituito da due formazioni distinte e separate tra loro dalla Strada 98: da un lato troviamo l’Antelope Canyon Superiore (Upper), lunga solo 270 metri, la zona più popolare e più agevolmente accessibile in cui è più frequente assistere ad una sorta di spettacolo di magia e di luci offerto dalla natura, grazie ai raggi solari che filtrano nella roccia, danzando coreografie sempre diverse. Dall’altro lato sorge l’Antelope Canyon Inferiore (Lower), lungo circa 4 chilometri, con accessi facilitati da scalette e percorsi dedicati, certamente meno frequentato proprio per la sua complessità. Entrambe sono visitabili solo con l’assistenza delle guide Navajo durante tutto il periodo dell’anno: i mesi da aprile a settembre sono i più gettonati, perciò i rimanenti mesi dell’anno possono conferire al visitatore un’esperienza più intima.

In ogni caso le sfumature di viola, arancio e rosso di cui si tinge la terra, dal basso verso l’alto e dall’alto verso il basso, garantiscono al visitatore un’esperienza mistica, multisensoriale, trascendentale, in cui gli occhi possono solo trovare incanto, e scattare istantanee che riscalderanno di calore e colore ogni inverno della vita.

a cura di Sara Patron – Foto Getty Images

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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