In attesa noi C siamo…

Il mercato calciatori è in netto ritardo e lo sono di conseguenza anche gli organici di molte squadre con gli allenatori che tuttora sono in attesa degli arrivi dei pezzi mancanti. Anche i presidenti e i dirigenti delle società forse – pensandoci poi non tanto forse – sono ancora più interessati agli esuberi, perché è vero che con cinque cambi al prezzo di tre la rosa va tenuta ampia. Ci sono fior di squadre oltre quota trenta, però con questi chiari di luna comincia a essere un numero insostenibile per molte società, Cesena compreso.

Senza poi nascondere le incognite legate ai tamponi, al rischio di nuove positività, e altro ancora, insomma è un campionato che riparte perché deve ripartire ma che stiano per suonare le trombe della carica davvero non si direbbe. Poi è altrettanto vero che ci si abitua a tutto, compreso le porte chiuse che si spera possano almeno lasciare uno spiraglio ai tifosi.

A vedere Tottenham-Everton, con mister Ancelotti uscire vincitore sul campo del collega Mourinho, non era soltanto il grande tifo britannico a mancare: erano la corsa, il ritmo e la condizione fisica che erano assenti. Sembrava una partita di fine stagione di un campionato minore. Non certo il big match della prima giornata di Premier League. Pazienza! Aspettando di riempire tutti i tasselli ancora mancanti delle squadre professionistiche nel campionato italiano, apriamo la settimana con l’unica squadra già completata. Quella dei direttori di gara. La Lega, perso il suo leader Rocchi, per raggiunti limiti di età – concessa la deroga anagrafica a Calvarese e Giacomelli – punta tutto su Orsato, Guida, Maresca e confida sul giovane Piccinini. Questi sono comunque problemi loro, scelte non sindacabili.

Poi ci sono i fatti nostri. Tanto vale mostrarli prima di iniziare. Perché se parliamo del metro di valutazione in area di rigore, a proposito dei fantomatici falli di mano, di spalla e di braccio visti nella prima parte dell’estate, nel nostro campionato, tutti abbiamo assistito a direzioni di gara ai confini della realtà, e di frequente anche oltre.

Situazioni ridicole da parte non solo dell’arbitro con il fischietto, ma anche di quelli seduti comodamente davanti alle telecamere con possibilità del replay. Viceversa, nelle Coppe europee, abbiamo visto arbitrare con il buonsenso di un tempo. Il grande mister Vujadin Boskov avrebbe detto molto semplicemente “rigore è quando mano va a toccare palla e non quando palla va a toccare mano”. Sembra la stessa cosa e invece c’è un mondo di differenza.

Quella balzata agli occhi dei telespettatori tra luglio e agosto. Dopo che i “legislatori” di casa nostra ci hanno raccontato che la severità nei confronti del difensore altro non è che una precisa direttiva europea per non dire mondiale; noi aggiungiamo che la nostra non è sterile polemica ma l’invito a smettere di giocarsela da più realisti del re.

Il Vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Super Sport

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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