In Italia, la musica è sempre al primo posto. Gli italiani vivono di sport e musica e a seconda dei casi e dei punti di vista, il primo supera l’ altro e viceversa. E poi ci sono quegli artisti e band che vivono di note e attraverso quelle, fanno vivere emozioni alla gente. Uno di questi gruppi è senza dubbio quello dei Tiromancino. Capitanati da Federico Zampaglione (classe 1968), da Roma, questa band continua a cavalcare l’ onda del successo. Infatti, dopo gli album Tiromancino, Insisto e Rosa Spirito, arriva la consacrazione nel 2000 con ‘La descrizione di un attimo.’ La band romana riproporrà questi grandi successi e molti altri per il gran finale di Dee Jay on stage, a Riccione. Adesso, però, prima che Zampaglione e company salgano sul palco, andiamo a conoscere la storia del frontman, cantante, voce e pure regista dei Tiromancino.
Quando Federico Zampaglione ha scoperto di voler fare musica?
“Verso i 17 anni, appassionandomi al blues. Inizialmente suonavo solo la chitarra, ma poi ho cominciato a cantare, quasi per caso”.
E i Tiromancino quando sono nati? Il nome da dove deriva?
“Il gruppo è nato nel 1988 e il nome deriva dalla traduzione di Dirty Trick: il nome che avevamo in precedenza. Serviva, velocemente, un nome italiano per firmare una colonna sonora di Joe Damato. Ho preso il vocabolario per trovare la giusta tradizione e il resto è venuto da sé”.
A quale genere musicale vi siete ispirati?
“I primi tempi, suonavamo una sorta di funky pop con testi in italiano. Poi, piano piano, è iniziata una sperimentazione sempre più a largo raggio. Oggi abbiamo uno stileche puoi riconoscere con tre note”.
La canzone più rappresentativa dei Tiromancino è La Descrizione di un attimo o ne esistono altre?
“Ce se sono molte: da Due destini a Per me è Importante, passando per Amore Impossibile e un Tempo Piccolo, fino arrivare alle ultime come Liberi, Immagini che Lasciano il Segno, Piccoli Miracoli e Tra di noi”.
Oltre a essere musicista e cantante, lei è anche regista. Come è nata questa passione e soprattutto come è riuscito a integrarla con la musica?
“E’ nata da ragazzino, guardando i film di Argento, Fulci, Bava e tanti altri. Per seguire il cinema, ho messo, a lungo, da parte la musica. Ora, invece, tengo le due attività in giusto equilibrio, ma la musica è sempre al primo posto”.
Zampaglione, ci sono nuovi gruppi in cui vi rivedete? Cosamanca alle giovani band, sempre se gli manca qualcosa?
“Non sta ceto a me dire quello che manca o meno. Dei nuovi mi piace Calcutta, Zibba e poco altro”.
Conoscete la Romagna? Come è il pubblico riccionese?
“Divertente e partecipativo. Ricordo un nostro concerto a Riccione, proprio nei primi giorni del 2016. Ci ha portato tanta fortuna”.
A cura di Nicola Luccarelli