Ogni terreno è buono per lo scontro. Meglio se oltre confine perché, là, il biglietto non è nominativo e il Daspo (divieto di accesso alle manifestazioni sportive) non è valido.

L’estate del pallone si è macchiata di contestazioni, assalti, feriti, paure: così nel giorno della prima della Roma, ko con il Gyirmot Gyor, piccola squadra della serie B ungherese; così prima di Anderlecht-Lazio (23 ultrà biancocelesti fermati); così nel quartier generale del Bologna a Castelrotto (cinghiate tra emiliani e spezzini nel parco giochi sotto lo sguardo dei bambini terrorizzati); così al casello autostradale di Nizza (bombe carta e lancio di sassi tra napoletani e nizzardi); così nell’amichevole fra Udinese e Galatasaray che finisce subito per il lancio di fumogeni da parte dei turchi. Il calcio della follia non va mai in vacanza, mentre le istituzioni continuano ad interrogarsi.

Ci chiediamo quale sarà il livello di allarme per la stagione 2015-2016? Alto, altissimo annunciano dal Viminale. Da metà giugno è operativo l’ennesimo tavolo tra i rappresentanti della pubblica sicurezza e i vertici della federazione con l’obiettivo di trovare soluzioni concrete e firmare un accordo che fissi ulteriori punti da seguire, perché lo stadio torni il più presto possibile ad essere un teatro dei sogni. Ma sullo sfondo c’è un’ulteriore differenza da sconfiggere; infatti i responsabili dell’ordine pubblico inseguono da tempo una piena collaborazione nei fatti da parte delle società sportive e degli stessi interpreti del pallone.

Le nuove linee guida sono in campo già da più di un anno, cioè da quando è terminato il lavoro della Task Force istituita dal Viminale nell’aprile scorso: fra queste, la “segmentazione” delle curve per permettere una più facile individuazione dei colpevoli di cori oltraggiosi o di scritte vergognose senza colpire migliaia di tifosi chiudendo indistintamente il settore. Il rafforzamento dei compiti e dei ruoli della figura del responsabile dei rapporti con la tifoseria e degli steward in genere. Dal Viminale seguono con grande attenzione gli ultimi episodi di violenza, soprattutto il fenomeno delle alleanze frontaliere che si sta ingigantendo a vista d’occhio.

La Figc si è mossa e lo ha fatto in modo tempestivo, ad esempio, introducendo la cosiddetta norma anti-gogna ultrà, anche se nessuno, al momento, sembra saperlo. D’ora in poi se giocatori e/o dirigenti a fine partita si fermeranno a “processo” sotto la curva per subire intimidazioni, insulti o minacce rischieranno un’ammenda più la squalifica. La novità è stata apprezzata dal Viminale, ma, adesso, devono essere i calciatori ad essere sensibilizzati ed evitare scene “ridicole” che fanno il giro del mondo.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Lapresse

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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