Il fuorigioco semi-automatico è sbarcato nella serie A del calcio italiano.

La SAOT (Semi Automated Offside Technology) prevede dodici telecamere in più in ogni stadio e tracciamento del fuorigioco. Dopo l’esordio ai Mondiali in Qatar, questa nuova tecnologia avanzata nel gioco del calcio è sbarcata a Riyad, capitale dell’Arabia Saudita, nella finale della Supercoppa italiana tra le milanesi Inter e Milan (3-0), per poi diventare operativa nel campionato maggiore dalla prima giornata di ritorno.

La Lega ha investito più di un milione di euro proiettando lo spettatore in un futuro che è già dietro l’angolo. L’innovazione tecnologica servirà per ottenere un fuorigioco immediato a prova di millimetro, lanciandoci in un mondo tridimensionale che, nel giro di poco tempo, metterà sul terreno di gioco una partita mai vista prima d’ora. In pratica il tifoso potrà entrare in campo come “Avatar” di se stesso e scegliere la prospettiva migliore per rivivere l’azione, il gol o la super parata. Per ora di tridimensionale c’è la sagoma del calciatore in attacco o difesa in modo da permettere alle otto telecamere dedicate il tracciamento della linea del fuorigioco con ventinove punti diversi del corpo umano, dai giocatori all’arbitro, oltre al pallone sotto esame in tempo reale.

Il ruolo del Var – come ha spiegato il designatore degli arbitri – resta fondamentale, anzi dovrà essere sempre più specifica ora che abbiamo a disposizione una “Ferrari”. Infatti, sarà lui a decidere il momento in cui il pallone si stacca dal piede e chi dei giocatori è in posizione attiva sul terreno di gioco. Poi, entrerà in scena il nuovo sistema per tracciare le linee.

Niente più casi Candreva, si spera. Niente più caos come quello che ha fatto ribaltare, ingiustamente, il verdetto di Juventus- Salernitana, in altre parole “orrori” come in Monza – Inter. Oramai si va sempre più verso la divisione dei ruoli tra chi arbitra e chi sta davanti al monitor, come rilevato dal designatore dei nostri fischietti, il quale si è soffermato anche sul tempo effettivo di gioco che si aggira attorno ai cinquanta minuti, come in Premier League.

Sotto accusa anche i troppi periodi morti, derivati in particolare dalle punizioni e/o dai rigori. Con riferimento ai recuperi esagerati stile Qatar in serie A, è stato ripetuto che oggi si recupera più che a sufficienza. La dimostrazione è che l’otto per cento delle reti arriva proprio durante quelle frazioni di gioco. 

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto ImagoEconomica 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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