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Sabato, 5 agosto 2023, sarà una data da segnare con un cerchietto nero, sul calendario della vita. In quel giorno, infatti, è prevista la rimozione delle cabine telefoniche che per oltre settant’anni hanno ospitato al loro interno utenti di ogni ceto e censo, ascoltando con estrema discrezione e profondo rispetto le più disparate conversazioni.

A parte il fatto che le cabine telefoniche pubbliche sono ancora utili in zone rurali dove la copertura della rete mobile è inadeguata, e sono tante, ma il vero problema è legato all’impossibilità di chiamare un parente, un amico o un mezzo di soccorso, in caso di estremo bisogno. Pensate al sottoscritto, ilgiorno di ferragosto, in vacanza a Castiglioncello sulle orme di Gassman e Trintignant, che a causa di un banale incidente, rimane senza telefonia mobile, quindi senza contatti, in una città dove nessuno mi conosce e con l’aspetto di chi è già tanto se non si ritrova a giustificarsi con le forze dell’ordine.

Anche se consumassi una colazione completa al “Bar Pasticceria Millevoglie”, difficilmente il titolare, o peggio ancora, un dipendente mi concederebbero l’uso dello smartphone aziendale. E in ogni caso, la telefonata mi sarebbe costata un prezzo tale che alcune categorie di persone non se lo sarebbero potuto permettere. 

Il nodo della questione è proprio questo: perché a New York e a Londra, per citare due città a caso, l’evoluzione tecnologica delle cabine telefoniche è avvenuta in maniera completamente differente. Nella Grande Mela, il 23 maggio del 2022 è stata rimosso l’ultimo telefono pubblico, dei 7.500 dislocati in tutta New York, che era ubicata al 745 della 7th Avenue, sostituto da uno dei chioschi LinkNYC in grado di fornire Wi-Fi gigabit gratuito, telefonate e ricarica dei dispositivi mobile, con un accesso a internet 100 volte più rapido del Wi-Fi pubblico tradizionale e delle connessioni LTE. Questo sulla carta, perché come spesso accade quando si propone una soluzione innovativa, c’è sempre la possibilità che qualcosa vada storto.

Infatti, questa bella iniziativa, per colpa dell’inciviltà umana che, in pieno giorno e nonostante la presenza di bambini, utilizzava il servizio per visionare siti porno, ha subito un blocco inevitabile sull’utilizzo del Wi-Fi.

A Londra, le cabine telefoniche sono al pari di una “specie protetta”, ne hanno preservato l’esistenza anche per dare la possibilità di contattare numeri d’emergenza come potrebberoessere i nostri: “Telefono Azzurro”, “Telefono Rosa”, i “Centri Antiviolenza” e lo storico “Telefono Amico”, che da oltre mezzo secolo offre un servizio di volontariato di ascolto telefonico dedicato a persone in crisi o in stato di particolare disagio emozionale.

I sospiri, le urla, le risate e i pianti che le cornette delle nostre cabine hanno trasmesso ai parenti lontani o a quelli emigrati per lavoro, nell’arco di oltre settant’anni di storia di vita quotidiana, resteranno nell’etere proteggendo per sempre le voci dei nostri cari che abbiamo perduto. Mi permetto di lanciare una proposta, che in alcuni paesi è già diventata realtà, l’adozione di una cabina da parte di un determinato numero di persone con l’intento di salvarla dalla distruzione trasformandola, ad esempio, in una micro libreria popolare o in un punto pubblico dove collocare i defibrillatori o, perché no, per installare delle “serre urbane” al loro interno con l’obiettivo di stimolare il senso civico e partecipativo dei cittadini sulla questione ambientale. Una telefonata può allungare una vita, senza telefono restano solo i miracoli.

A cura di Marco Benazzi – Foto ImagoEconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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