Il primo giorno di luglio non ha visto solo la partenza ufficiale del mercato calcistico, ma anche quello dell’avvio, con una cronometro a Dusseldorf, in Germania, della centoquattresima edizione del Tour de France, la corsa a tappe per eccellenza del ciclismo mondiale.
Con Chris Frooome che vuole salire sul gradino più alto del podio per la terza volta consecutiva (la quarta in assoluto) ed è quindi il favorito d’obbligo, sono tanti i pretendenti a vestire la maglia gialla quando si taglierà il traguardo finale degli Champs Elysées a Parigi, dopo 21 tappe e 3.540 chilometri.
Sarà quella francese una corsa disegnata per gli scalatori, visto che se è vero che il dislivello è diminuito, bisogna registrare un aumentato delle pendenze, con punte che superano anche il 20%; ad avvalorare il vantaggio per i grimpeur c’è poi il fatto relativo ai chilometri da correre contro il tempo, viste le sole due crono in programma, ovvero i 14 km del prologo di Dusseldorf, ed i 22,5 della ventunesima tappa, a Marsiglia.
Un po’ pochi i 36,5 chilometri a disposizione degli specialisti delle “lancette”? Indubbiamente si, ma qui c’è di mezzo il discorso di voler rendere la corsa più incerta, dato che Froome nelle ultime stagioni aveva fatto delle crono il vero e proprio trampolino di lancio per i suoi successi, ed allora meglio stare parchi, meglio avere più favoriti, rendere la corsa ancora più incerta e poi…Vinca il migliore.

Ma chi potrebbero essere i maggiori rivali del britannico nato a Nairobi trentadue anni fa, che si presenta al via con una formazione che pare il Real Madrid, dato che almeno sei degli altri otto componenti il Team Sky farebbero i capitani in qualunque altra formazione?
Di primo acchito, visto il percorso, Nairo Quintana può essere considerato il maggior rivale; il colombiano è già salito tre volte sul podio del Tour, ma gli è sempre sfuggita la vittoria e quest’anno, dopo il secondo posto al Giro d’Italia, non vuole lasciarsi sfuggire un’altra occasione, anche se la fortuna non pare essere dalla sua parte vista la caduta nel prologo ed il conseguente abbandono del suo compagno più prezioso, Alejandro Valverde, uno che con la sua enorme classe ed esperienza sarebbe servito eccome.
Altro favorito è certamente l’australiano Richie Porte, che arriva in Francia in gran forma ma dovrà dimostrare di reggere alle tre settimane di corsa; anche il portacolori del BMC è bravo a cronometro ed in salita e dopo il quinto posto dello scorso anno punta decisamente a qualcosa di più.
Che dire poi di Alberto Contador? Lo spagnolo non è più giovanissimo (35 anni) ed ha perso la forza dei bei tempi, ma la sua esperienza lo rendono ancora pericolosissimo ed in grado, se non può vincere lui, di fare perdere la corsa a chiunque.

Nel novero dei favoriti non possiamo non inserire il francese Bardet, secondo lo scorso anno, le cui ambizioni sono suffragate dalla bravure come discesista ed in una corsa dove le salite abbondano una volta in cima bisogna scendere e Romain è uno specialista nel buttarsi giù a capofitto.
Nel novero di coloro che un pensierino alla vittoria finale lo fanno sicuramente, pur non partendo con i favori del pronostico (ed anche con minor peso sulle spalle) possiamo inserire il nostro Fabio Aru che, risolti i guai fisici che gli hanno precluso la partecipazione al Giro d’Italia, ha dimostrato di stare bene non solo grazie alla vittoria del Campionato italiano; Fabio è alla seconda partecipazione alla Grand Boucle e farà certamente tesoro della precedente esperienza in terra di Francia.
Nella lista delle possibili sorprese, ad Aru possiamo aggiungere il britannico della Orica Simon Yates, come il compagno di squadra, il colombiano Esteban Chaves; l’irlandese Daniel Martin, anche lui chiamato a dimostrare il proprio valore sulle tre settimane, i francesi Warren Barguil e Thibaut Pinot (bravo al Giro), che potrebbe anche accontentarsi della maglia di miglior scalatore e di qualche vittoria di tappa, mentre ha già dovuto lasciare la corsa il capitano della Bahrain-Merida, Ion Izaguirre, anche lui caduto nel piovoso prologo a cronometro di Dusseldorf.

Ne vedremo delle belle e ci sarà sicuramente da divertirsi da qui al 23 luglio e lo spettacolo sarà assicurato non solo dai protagonisti su due ruote, ma anche da quel pubblico che è parte integrante dello spettacolo del Tour e del ciclismo in qualunque parte del mondo, perché ci saranno pure tante polemiche e troppe cose da rivedere e cambiare radicalmente, ma le due ruote danno emozioni particolari, così come sono spettacolari i colori ed il calore che accompagnano ogni gara in bicicletta.
Buon Tour a tutti.

Il Direttore Responsabile Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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