Lo Scudetto? Una questione a tre: Milan, Inter, Juve, il resto è contorno e …. neppure gran che “appetitoso” ….
Cosa ci si aspetta dalla ventunesima giornata? Dato che ci sono confronti interessanti, ci si aspetta qualche chiarimento, qualche certezza in più, persino qualche sorpresa di giornata, ormai immancabile in una stagione dove si gioca quasi tutti i giorni, non c’è stato il tempo di prepararsi adeguatamente e ci si allena come si può.

Per inaugurare il turno si va a Firenze, dove i viola attendono l’Inter; il finale è già scritto prima di iniziare, dato che i nerazzurri sbagliano tanto, ma è talmente enorme la differenza che il 2-0 finale è piuttosto stretto, anche se Prandelli vede un’altra partita e parla persino di possibile pareggio …. D’altra parte il calcio è materia opinabile, ma se i numeri vogliono dire qualcosa, quelli tra i suoi e la banda Conte sono, diciamo così, impietosi!

Nel pomeriggio del sabato sono Atalanta-Torino e Sassuolo-Spezia a scendere in campo in contemporanea, con le formazioni di casa che partono favoritissime e le prime battute paiono dar loro ragione; 3-0 per i bergamaschi, 1-0 per gli emiliani dopo poco più di venti minuti ma, come a volte accade, le partite sono tutt’altro che finite.

Così prima dell’intervallo il Toro segna due volte, mentre gli spezzini pareggiano i conti e non è finita, dato che al termine a Bergamo è un 3-3 che sta stretto ai granata, mentre al Mapei sono i liguri a far loro l’intera posta; Gasperini e De Zerbi alla fine si lamentano perché a loro parere dovevano vincere, ma come per Prandelli, e rileggendo i numeri degli incontri, si direbbe che abbiano visto altre partite.

Ora, essere in vantaggio per 3-0, dovrebbe dare sicurezza, ma quelle, con l’aggiunta di un palo, sono state le uniche conclusioni atalantine, che deve ringraziare l’ennesima giornata storta di Sirigu, uno che quei tre gol un paio di stagioni fa non li avrebbe presi neppure se gli sparavano; il Toro di Nicola è vivo anche se deve ancora trovare la vittoria, però i granata …. di prima …. ne avrebbero prese altre invece di pareggiare e magari Nicola non avrà fatto le “scuole alte”, ma a volte è meglio un somaro vivo che un professore …. moscio.

Non troppo diversamente è andata a Reggio Emilia, ma forse è che si fa troppo in fretta a dare patenti di campioni e professori, in campo ed in panchina, senza considerare la continuità di prestazioni e risultati; nel Sassuolo ci sono calciatori interessanti a De Zerbi è certamente bravo, ma ogni tanto ci si sveglia e non sempre con il piede giusto.
Chi il piede sembra averlo giusto è la Juventus, che fatica ma batte una Roma rabberciata, eppure capace di creare non pochi grattacapi alla banda di Pirlo; il problema dei giallorossi è che CR7 gioca loro contro e se non bastasse questo c’è anche chi segna nella propria porta.

La Juve è in corsa per il titolo, ma rispetto a quella sarriana, tanto criticata nel gioco, non è che faccia vedere chissà cosa in più, anzi; è che il “maestro” ha visibilità e seguaci in numero maggiore dell’ex bancario toscano e nel calcio d’oggi conta anche il crocchio, per cui uno deve vincere giocando bene, l’altro basta che vinca, dandogli tempo!
L’ultima del sabato la vince il Genoa sul Napoli; i liguri da quando è arrivato Ballardini sono lanciatissimi, mentre gli azzurri paiono gamberi, un passo avanti e due indietro, con Gattuso nuovamente sulla graticola e due/tre nomi pronti a sostituirlo ….

…. Tra cui quel Benitez cacciato a pedate, visti i grandi risultati ottenuti, oppure il reietto Sarri, il mago del bel gioco e …. delle zero vittorie! Non sono un fautore del “vincere è l’unica cosa che conta”, però neppure del gran calcio e …. nulla d’altro; probabilmente a Napoli le aspettative sono troppo elevate e, forse, bisognerebbe che ADL la smettesse di voler fare/dire/sapere tutto lui!

La domenica inizia con il pari tra Benevento e Sampdoria, che non si fanno male dividendosi la posta senza fare danni; la stagione è più che tranquilla, almeno sino ad ora, per entrambe, perché crearsi grattacapi inutili?
Chi i grattacapi li lascia alle altre è invece il Milan che torna capolista facendo un tantino di fatica più del previsto contro un Crotone che regge bene ma finisce per sciogliersi come neve al sole; Ibra è nuovamente magico, imitato da Rebic, e bastano loro per tornare in vetta alla classifica, meritatamente.

Così come meritatamente l’Udinese fa fuori il Verona con due colpi nel finale, anche se la partita dei gialloblu è ben diversa da quello che eravamo abituati a vedere; i ragazzi di Gotti non sono cecchini, ma quelli di Juric da “treni” veloci si trasformano in un merci lento e poco incisivo.
Sul far della sera è il derby emiliano tra Parma e Bologna ad andare in onda e qui sono i felsinei a dare una brutta “grattugiata” ai parmigiani; il 3-0 finale è largo, ma quanti errori fanno i padroni di casa, sfiduciati, senza gioco e pure disattenti oltre i limiti.

Certo il mercato di riparazione deve ancora dare i propri frutti, ma in casa Parma ci sono troppe cose che non funzionano e pure il cambio in panchina non ha dato quella scossa attesa, o forse solo sperata? Visti in campo, per i gialloblu la salvezza oggi è una chimera, anche se alla fine mancano ancora diciassette giornate.

Le stesse che rimangono a Lazio e Cagliari per raggiungere obiettivi diversi tra loro e avvicinati solo dai biancocelesti; lo striminzito 1-0 del “solito” Ciro è bastato ai Lotito boys per agguantare il terzo posto, al pari dell’odiata Roma, mentre i sardi restano solitari al terz’ultimo posto, anche loro attendendo che gli arrivi di gennaio si ambientino ed entrino in forma, per giocarsi una salvezza raggiungibile a patto che si cambi decisamente marcia.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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