Sabrina Boscaro

Di Sabrina Boscaro avevo scritto nell’ottobre 2020, per parlare di atassia – la malattia rara da cui è afflitta e per la quale ad oggi non esiste cura – ma che lei ha imparato, nonostante le molte difficoltà, ad indossare come un abito per uscire, e vivere a pieno, ogni giorno.

In questi mesi sono successe moltissime cose nella sua vita: alcune le ha scelte (penso ad esempio alle migliaia di uova e colombe che ha venduto la scorsa Pasqua per raccogliere fondi a favore della ricerca e nello specifico dell’associazione Acaref); altre le sono capitate (la scorsa primavera una caduta le ha causato una rottura del femore che l’ha costretta a iniziare una storia d’amore con la sua sedia a rotelle – sedia che Sabrina, esteta e amante della bellezza in tutte le sue forme, ha ovviamente impreziosita, agghindandola e rendendola unica e meravigliosa, così come è lei); altre se le è inventate (andate a sbirciare sul suo canale youtube o sulla sua pagina facebook per vedere quante e quali meravigliosi trasformazioni è in grado di compiere questa donna per ballare le sue salvifiche coreografie sulla sedia a rotelle!).

Insomma, per dirla con poche ma efficaci parole: anche se non riesce più a camminare, Sabrina non resta ferma un attimo. Certo, ha i suoi momenti di difficoltà, emotiva più che fisica, perché necessariamente la sua vita e in modo particolare i suoi spostamenti, dipendono da qualcuno che si prende cura di lei; lei, che ha la fortuna di avere al suo fianco il marito Ennio e i figli Leonardo e Niccolò, che la amano di un amore immenso, che sa anche di gratitudine e riconoscenza, per essere le mille e una donna che lei è.

Lo scorso aprile Sabrina ha ricevuto una proposta: candidarsi in una lista alle elezioni di Vigonza, il comune dove da anni vive e dove, grazie alla sua solarità e al suo sorriso, in molti hanno iniziato a volerle bene. Ci ha riflettuto un po’ su, com’era giusto, ne ha parlato coi suoi familiari, e alla fine, spinta da quel coraggio che non le è mai mancato, ha deciso: ci avrebbe provato! E l’avrebbe fatto con uno scopo ben preciso: mettersi a disposizione dei cittadini più fragili, quelli che troppo spesso vengono considerati “il ramo secco della società”.

È iniziata così la sua campagna elettorale, che l’ha vista incontrare persone di tutte le estrazioni sociali – dal ministro al panettiere al disabile grave, partecipare a serate informative, mandare il marito alle 4 del mattino a distribuire santini e volantini, con l’unico scopo di ottenere consensi per realizzare questa che per lei era già diventata la sua nuova missione.

E Sabrina ce l’ha fatta! È stata eletta con un tripudio di preferenze, e il neo sindaco Gianmaria Boscaro, a distanza di soli 7 giorni dall’elezione, ha confermato il suo impegno nel paese confermando a Sabrina la sua fiducia e conferendole le deleghe alla disabilità e al sociale. E l’inizio del loro mandato è immortalato in una foto che ritrae Sabrina, a bordo della sua carrozzina, spinta dal neo sindaco: entrambi con la grinta nel sorriso, sembrano dire “andiamo a costruire un futuro migliore, insieme”.

L’ho raggiunta al telefono, per complimentarmi con lei: il suo entusiasmo, nonostante fossero passati già diversi giorni dalla sua proclamazione, era ancora alle stelle. Perché non è espressione del “sono stata brava” ma del “ho tanta voglia di fare”. Finalmente, la sua sofferenza assume un senso “pratico” a favore del prossimo, e le sue giornate saranno ricche di nuovi impegni e progetti a tutela soprattutto dei più bisognosi di ascolto e di risposte dagli amministratori locali.

Spero tanto che la mia elezione sia un esempio per molti; purtroppo non tutti hanno il coraggio che ho io: io infatti vado oltre alla pietà di chi mi vede in sedia a rotelle e lì si ferma, ma so che è raro questo mio atteggiamento. Purtroppo molte persone che conosco, e che potrebbero essere dei validissimi amministratori locali, si fermano al pregiudizio “sei in sedia a rotelle, allora non sei in grado”. Io non ho avuto paura a mostrarmi per quella che sono, e non importa se devo fare il doppio della fatica a dimostrare quello che posso fare: la fatica non mi spaventa, ne faccio tanta tutti i giorni per compiere anche i gesti più semplici e scontati ai più. Noi disabili dobbiamo indossare quotidianamente i panni dei supereroi e compiere grandi imprese, anche solo per ottenere le cure, che sono un diritto di tutti, quindi anche nostro”.
Poi continua: “Finalmente la disabilità fa notizia: quando vendevo migliaia di colombe, uova o panettoni e chiedevo un piccolo spazio alla stampa locale, di spazio non ce n’era. Spero da adesso in poi ce ne sia sempre, almeno un po’, perché tante sono le idee che ho e le iniziative che voglio intraprendere: a cominciare da un censimento dei disabili del Comune, con una graduatoria, per poterli aiutare concretamente; confido inoltre di iniziare presto i ricevimenti: già in molti mi hanno chiesto un appuntamento, e di questo sono felice perché la mia nomina, almeno, ha offerto una nuova speranza che spero di non deludere. Dico così perché comunque faccio parte di un sistema normato a cui mi devo attenere. Purtroppo anche nel mio Comune ci sono molti casi di disabilità, dalle più svariate forme e di gravità diverse”.

Per un attimo poi Sabrina si ferma, la sento emozionata. Poi, con la voce rotta, mi dice: “Chi mi conosce e mi segue sa che spesso sui social ho condiviso le mie arrabbiature per i posteggi disabili occupati: in realtà io a quel parcheggio ho la fortuna di arrivare, molti possono solo guardarlo dalla finestra, altri nemmeno quello… Io devo ringraziare Rossella e la sua mamma, perché attraverso loro capisco di più i problemi dei disabili più gravi (Rossella è un’amica di Sabrina affetta da una gravissima forma di atassia). Sai Sara: i genitori e i familiari stretti di un disabile grave, sono disposti a sfinirsi e a svuotare i portafogli per vedere una smorfia di sorriso sul volto del proprio caro”.

Le chiedo allora di commentare la foto col sindaco: “Dovrebbe fare il giro di tutti i giornali e i telegiornali, per dare speranza a chi non ne ha. Io ho avuto la fortuna di conoscere questo giovane uomo, oggi sindaco, che ha stima in me e nella sua squadra, e che crede che un futuro migliore sia possibile. Spero la nostra esperienza venga presa ad esempio non solo locale, ma anche nazionale: è dal 1992 che nessun disabile ricopre una carica politica. Lo Stato investe in armi per l’Ucraina, non in aiuti per la disabilità”.

Precisa infine: “Mio marito avrà una delega perché mi presterà le braccia ma soprattutto le gambe: la mia disabilità ci ha resi assolutamente e completamente complementari”. E sorride, fiera, orgogliosa, innamorata.

A cura di Sara Patron – Foto Repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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